Trump: "Nessun progresso sull'Ucraina con Putin"

Il leader del Cremlino al presidente Usa: "Non arretriamo"
Pubblicato il 04/07/2025
Ultima modifica il 04/07/2025 alle ore 08:54
Teleborsa
La situazione in Ucraina e i dossier Iran e Medio Oriente. Questi i temi al centro della telefonata tra Donald Trump e il leader del Cremlino Vladimir Putin, arrivata dopo l'annunciato stop all'invio di armi a Kiev da parte del presidente degli Stati Uniti. Una telefonata interlocutoria durante la quale i due hanno concordato che i negoziati andranno avanti. Ma da parte di Putin nessuna concessione: "Non rinunceremo ai nostri obiettivi, occorre eliminare le cause di fondo del conflitto", ha ribadito.

Un atteggiamento che non piace al presidente Usa. Trump, da parte sua, ha dichiarato di non aver fatto nessun passo avanti sul cessate il fuoco in Ucraina nella telefonata di ieri con Putin. "No, non ho fatto alcun progresso con lui", ha detto ai giornalisti prima di partire per l'Iowa aggiungendo di "non essere contento" della guerra in corso.

Trump ha, infine, negato di aver smesso di fornire armi all'Ucraina. "Le abbiamo date e continuiamo a farlo ma dobbiamo essere sicuri di averne abbastanza per noi", ha dichiarato.

Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, volato ad Aarhus, in Danimarca, in occasione dell'inizio del semestre di presidenza guidata da Copenaghen, cerca nuove assicurazioni sul sostegno militare dell'Europa. Tutti hanno assicurato a Zelensky che il sostegno dell'Europa non avrà alcuna ripercussione psicologica dalla possibile svolta americana sulla consegna di armi. Ma l'impressione è che, se dovesse venir il supporto americano, l'aiuto europeo non basterà. "Contiamo sul continuo sostegno degli Usa, perché ha certi mezzi che l'Europa non ha, come i missili Patriot", ha spiegato il presidente ucraino. Se gli Usa fermassero l'invio di armi – cosa che, secondo il Wall Street Journal, è effettivamente accaduta in Polonia – ciò rappresenterebbe "un serio passo indietro per l'Ue e per la Nato", ha detto la premier danese Mette Frederiksen. Ma i continui cambi di strategia di Trump rendono gli Usa un alleato inaffidabile anche sul fronte ucraino. Lo stop alle armi "è un segnale affinché aumentino i nostri sforzi", ha avvertito Ursula von der Leyen.

Von der Leyen ha invitato gli Stati membri ad attivare Safe, lo strumento pensato per i progetti comuni nella difesa europea. Progetti nei quali Kiev entrerà con pieni diritto. "Safe serve anche a difendere l'Ucraina", ha sottolineato, nel punto stampa congiunto che si è svolto nel giardino del castello di Marselisborg. Copenaghen, dal canto suo, ha certificato che farà da apripista ad una iniziativa che nei prossimi mesi potrebbe prendere quota: permettere alle aziende ucraine di produrre armi nei singoli Paesi dell'Ue.