Ryanair: utili crescono più delle attese nel 2° trimestre, traffico semestre +3%

Pubblicato il 03/11/2025
Ultima modifica il 03/11/2025 alle ore 09:48
Teleborsa
Ryanair ha chiuso il secondo trimestre dell'anno con un utile netto in crescita del 20% a 1,72 miliardi di euro, che porta l'utile del semestre a 2,54 miliardi di euro, in aumento del 42% rispetto allìanno prima, grazie all'ottimo andamento del traffico durante il periodo di Pasqua.

Il traffico è cresciuto del 2% nel trimestre, portando la crescita del semestre a +3% per un totale di 119 milioni di passeggeri trasportati, mentre le tariffe sono aumentate del 13% grazie ad u buon periodo pasquale ed alla ripresa tariffaria del secondo trimestre. In crescita anche i ricavi ancillari, che fanno segnare un +6% a 2,91 miliardi di euro, mentre l'aumento dei costi è stato molto contenuto per un +4% a 6,96 miliardi di euro (+1% per passeggero).

"Continuiamo a preoccuparci che Ursula von der Leyen (e la sua nuova Commissione UE) non abbiano fatto nulla, negli ultimi 14 mesi, per migliorare la competitività europea, disattendendo le raccomandazioni del Rapporto Draghi del settembre 2024", ha affermato il CEO Michael O'Leary, che ricorda "le compagnie aeree europee hanno chiesto parità di condizioni in materia di ambiente e tasse" e sollecitato "un'urgente riforma del controllo del traffico aereo" che la Commissione europea non si decide ad attuare.

Ryanair prevede ora che il traffico per l'anno fiscale 2026 crescerà di oltre il 3%, raggiungendo i 207 milioni di passeggeri (in precedenza 206 milioni), grazie alle consegne anticipate di Boeing e alla forte domanda del primo semestre". Quanto all'outlook sull'utile dell'anno fiscale 2026, la compagnia low cost mantiene "cautela", prevedendo di "recuperare completamente il calo tariffario del 7% registrato lo scorso anno, il che dovrebbe portare a una ragionevole crescita dell'utile netto nell'anno fiscale 2026", ma ricordando che "il risultato finale dell'anno fiscale 2026 rimane esposto a sviluppi esterni, tra cui l'escalation del conflitto in Ucraina e in Medio Oriente, gli shock macroeconomici e qualsiasi ulteriore impatto dei ripetuti scioperi e della cattiva gestione degli aeroporti in Europa".