Salute: via libera a ddl per riordino legislazione farmaceutica. Cosa prevede

Pubblicato il 19/09/2025
Ultima modifica il 19/09/2025 alle ore 10:10
Teleborsa
Via libera, ieri, del Consiglio dei ministri al disegno di legge di delega al Governo per la riforma ed il riordino della legislazione farmaceutica.

L’obiettivo primario della riforma - spiega la nota - è di assicurare un accesso al farmaco più equo e tempestivo, un monitoraggio e controllo della spesa farmaceutica più efficiente e un rafforzamento del ruolo delle farmacie territoriali quali presidi sanitari di prossimità.

Nel dettaglio: la delega prevede interventi sulla disciplina della distribuzione dei medicinali, volti a incentivare la produzione interna di principi attivi ed eccipienti e a garantire un accesso equo e continuativo, in particolare per i pazienti affetti da malattie rare o croniche.

Inoltre, nel rispetto delle prerogative di regioni ed enti locali, sono previste innovazioni nell’implementazione dei sistemi informativi regionali, con l’integrazione dei dati relativi a prescrizioni, dispensazioni, prezzi e stock di farmaci. Si rafforza poi la digitalizzazione dei processi, con la dematerializzazione delle ricette e la riduzione degli oneri burocratici a carico dei professionisti sanitari.

E ancora: sarà rafforzato il ruolo delle farmacie territoriali, indicate come presidi sanitari di prossimità e integrate nella rete assistenziale, anche attraverso servizi di telemedicina e attività di prevenzione e di educazione sanitaria. È prevista la razionalizzazione della pianificazione delle sedi farmaceutiche, con particolare attenzione alle aree interne e rurali, in modo da assicurare una distribuzione più equa ed efficace dei servizi.

"Il Consiglio dei Ministri ha licenziato un disegno di legge che rappresenta un intervento normativo strategico volto a riordinare e innovare l'intero assetto della legislazione farmaceutica italiana", ha detto Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, in un videomessaggio inviato ieri a ‘Il rilancio della competitività europea attraverso il settore farmaceutico’, evento organizzato a Roma da Connact.

“L'attuale quadro normativo frammentato e stratificato nel corso degli anni - spiega il ministro - necessita di una revisione organica per rispondere in modo più efficace alle esigenze di salute dei cittadini ma anche all'evoluzione tecnologica. L'obiettivo primario che ci poniamo è quello di assicurare un accesso al farmaco più equo e tempestivo, un monitoraggio e controllo della spesa farmaceutica più efficiente e un rafforzamento anche del ruolo delle farmacie territoriali quali presidi sanitari di prossimità. L'impegno del Governo è su due fronti, sul fronte europeo dove la nostra vera battaglia è la difesa della proprietà intellettuale. E poi sul piano interno, per cercare di colmare quelle disarticolazioni legislative che caratterizzano l'attuale normativa”.

All'evento è stata presentata anche un’elaborazione Connact sull’export dei farmaci europei in USA. Il balzello del 15% imposto da Trump potrebbe nuocere a un mercato, quello dell’export dei farmaci europei nei confronti dell’America, a dir poco florido: l’UE, infatti, rappresenta il primo esportatore di farmaci verso gli USA, con l’Italia al quarto posto tra i Paesi UE.

Stando a quanto emerge dall’analisi, infatti, l'Unione Europea è sul gradino più alto del podio per quanto riguarda l’export verso gli Stati Uniti: nel 2024 quella dei farmaci è stata la prima categoria di prodotti inviata negli Usa con 119 miliardi di euro. Secondo una rielaborazione su dati Un Comtrade Database, sempre nel 2024, gli unici che si sono avvicinati all'Ue sono stati Giappone (circa 8 miliardi di dollari di vendite di prodotti medicinali e farmaceutici), Cina e Canada (circa 6 miliardi di dollari ciascuna). L’export di farmaci dall’Ue dunque continua a crescere a ritmi molto sostenuti nel primo semestre 2025, tanto che l’Europa ha quasi a giugno 2025 i livelli dell’intero 2024. Se prendiamo i primi 6 mesi dell’anno, dunque, le esportazioni dall’Ue sono aumentate del 79%, arrivando a 97 miliardi di euro complessivi. L'Italia è uno dei Paesi che contribuisce di più alla crescita, con un +80%, fino a 8,5 miliardi (valore quasi raddoppiato rispetto al 2024). Il Paese è il 4° esportatore di farmaci verso gli Usa dopo Irlanda (56 miliardi, con un +218% sul 2024), Germania (14 miliardi) e Belgio (8,6 miliardi).