Via libera dell'Aula della Camera al decreto ex Ilva, che stanzia i fondi necessari al rilancio del
polo siderurgico di Taranto, provvedendo anche le risorse per gli ammortizzatori sociali. Il testo del decreto, su cui il Governo aveva già incassato la fiducia, è stato approvato dalla Camera con
139 sì, 85 no e 5 astenuti. Con l'approvazione di Montecitorio,
il provvedimento diventa legge, essendo stato già licenziato dal Senato.
Il decreto ex Ilva
stanzia 200 milioni di euro per garantire la continuità produttiva e la sicurezza degli impianti presso lo stabilimento di Taranto, essendo le risorse destinate alla manutenzione, al ripristino ed all'adeguamento degli impianti, secondo quanto previsto dall'accordo per la decarbonizzazione. Frattanto,
l'Accordo di Programma che doveva essere firmato ieri al MIMIT resta sotto i riflettori in vista della
prossima riunione del 12 agosto e in attesa che gli organi assembleari degli Enti locali coinvolti si esprimano sul piano di decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto.
I
fondi stanziati a titolo di prestito, a tasso di mercato e con
durata massima 5 anni, potranno essere
usati da Ilva in Amministrazione Straordinaria o, su richiesta dei commissari,
trasferiti ad Acciaierie d’Italia. La restituzione dovrà avvenire entro 120 giorni dalla vendita dell'impianto o entro 5 anni con priorità rispetto a qualsiasi altro debito.
Per la realizzazione degli impianti per la produzione del preridotto e l'uso dell'idrogeno nel ciclo produttivo
non si fa più riferimento al PNRR ma al Fondo Sviluppo e Coesione. E' poi previsto che la società incaricata possa scegliere un partner privato scelto mediante procedura di gara.
Per gli investimenti superiori ai 50 milioni nelle aree ex Ilva ed in quelle esterne si può far
ricorso alla procedura accelerata prevista per i programmi di investimento di interesse nazionale.
Il decreto contiene anche una
serie di misure generiche per le aziende in crisi. Vengono stanziati
20 milioni per l'integrazione salariale straordinaria per un massimo sei mesi, non prorogabili, destinato a imprese in fase di cessazione con possibilità concrete di vendita e riassorbimento occupazionale. Per il 2025, è previsto l’esonero dal pagamento delle contribuzioni aggiuntive legate alla cassa integrazione straordinaria a favore di aziende in crisi complessa, a condizione che non vengano attivati licenziamenti collettivi, e viene estesa a 12 settimane la CIG per le PMI nel settore della moda.