GB, Starmer annuncia il riconoscimento della Palestina a settembre

Giovedì della prossima settimana i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania andranno insieme in Israele "per presentare la posizione dei tre governi"
Pubblicato il 29/07/2025
Ultima modifica il 29/07/2025 alle ore 21:25
Teleborsa
"A meno che il governo israeliano non adotti misure concrete per mettere fine alla terribile situazione a Gaza, raggiunga un cessate-il-fuoco, chiarisca che non ci sarà alcuna annessione in Cisgiordania e si impegni in un processo di pace a lungo termine che porti a una soluzione a due stati, il Regno Unito riconoscerà lo stato palestinese a settembre, prima dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite". È quanto ha annunciato premier britannico Keir Starmer, al termine della riunione di emergenza del governo sulla situazione nella Striscia di Gaza. Dopo la Francia, la Gran Bretagna diventerà, dunque, il secondo Paese del Consiglio di sicurezza dell'Onu, la seconda nazione del G7 e la 149/ma a riconoscere lo Stato palestinese

Starmer ha ribadito che non c'è equivalenza tra Israele e Hamas e che le richieste del Regno Unito nei confronti del movimento integralista islamico restano invariate: devono rilasciare tutti gli ostaggi, firmare un cessate-il-fuoco, accettare di non avere alcun ruolo nel governo di Gaza e disarmarsi.

Venerdì scorso oltre un terzo dei parlamentari britannici aveva firmato una lettera indirizzata a Starmer chiedendo al Regno Unito di riconoscere uno Stato palestinese. I circa 220 parlamentari, appartenenti a nove partiti politici, oltre la metà dei quali laburisti, avevano dichiarato che il riconoscimento da parte del Regno Unito rappresenterebbe un messaggio "potente" e un passo fondamentale verso una soluzione a due Stati.

Il premier britannico ha affermato che l'obiettivo del Regno Unito rimane un Israele "sicuro e protetto" accanto a uno stato palestinese "vitale e sovrano". Tuttavia, tale obiettivo è sotto pressione "come mai prima d'ora", ha sottolineato Starmer aggiungendo di aver sempre sostenuto che il Regno Unito riconoscerà uno stato palestinese come contributo a un adeguato processo di pace nel momento di massimo impatto.

Giovedì della prossima settimana i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania andranno insieme in Israele "per presentare la posizione dei tre governi", che chiedono la fine delle operazioni militari nella Striscia e un'immediata apertura dell'ingresso degli aiuti internazionali a Gaza.

E dopo l'annuncio del premier britannico cresce la pressione sull'Italia perché faccia altrettanto. E l'opposizione va all'attacco. "Dopo la Francia, un altro grande paese occidentale, la Gran Bretagna, si appresta a riconoscere la Palestina. Scelte che fanno la differenza, che consentono di riallacciare i fili con il mondo arabo, di riconoscere un contesto dove il diritto internazionale, il diritto alla sovranità e all'autodeterminazione conta. Meloni che aspetta?", chiede il Pd con la capogruppo alla Camera Chiara Braga. E la segretaria del Pd Elly Schlein rilancia: "Se fossi al posto di Meloni? Anzitutto riconoscerei immediatamente lo Stato di Palestina perché anche i palestinesi hanno diritto, come gli israeliani, ad avere uno Stato dove vivere in pace e in sicurezza. Quindi immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come è stato fatto già dalla Spagna di Sanchez, dalla Norvegia, dall'Irlanda come si apprestano, e trovo che sia una bella notizia, a fare la Francia di Macron e, notizia di poche ore fa, anche il Regno Unito di Starmer a settembre". Sulla stessa linea anche Cinque stelle e Avs.

Ma il ministro degli Esteri Tajani non si discosta dalla posizione attendista concordata dal governo:
"Uno stato deve avere un popolo e una unità territoriale, che adesso non c'è. Non sono contrario al riconoscimento dello stato palestinese, ma bisogna che ci sia uno stato palestinese. Certamente – spiega il titolare della Farnesina – non voglio riconoscere Hamas, che è una organizzazione terroristica. La prima cosa da fare è impedire che la Cisgiordania, come dicono alcuni ministri del governo israeliano, venga fagocitata".

Argomentazioni, quelle del governo italiano, smontate nei giorni scorsi dalla Santa Sede. Il riconoscimento della Palestina "non è prematuro, noi lo abbiamo già fatto" ha affermato il segretario di Stato Pietro Parolin, replicando alle osservazioni della premier Giorgia Meloni.