Il Consiglio di Stato ha
accolto il ricorso di Compass, società del gruppo
Mediobanca specializzata nel credito al consumo,
contro la sanzione da 4,7 milioni di euro decisa nel 2019 dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) per presunte pratiche commerciali aggressive.
A settembre 2018, l'AGCM aveva avviato il procedimento volto ad accertare l'esistenza di una presunta pratica commerciale aggressiva, posta in essere da Compass e consistente nel "condizionamento, di fatto, della concessione a favore dei consumatori di finanziamenti diversi dal mutuo (prestiti personali) alla sottoscrizione da parte degli stessi di coperture assicurative” correlate ad eventi relativi alla vita privata ed estranei al credito". L'Autorità aveva concluso il procedimento accertando la sussistenza di una pratica commerciale scorretta aggressiva, qualificandola come "
abbinamento forzoso, al momento della stipula di contratti di finanziamento personale, di prodotti assicurativi non collegati al credito, di cui la stessa finanziaria è intermediaria", vietandone la diffusione o continuazione, irrogando una sanzione pecuniaria pari a 4,7 milioni di euro.
La multa era stata confermata nel 2021 anche dal Tar del Lazio, che aveva bocciato un primo ricorso da parte di Compass. Secondo il Consiglio di Stato, tuttavia, il provvedimento
non giustifica "a sufficienza il motivo per cui la pratica posta in essere dall'appellante possa essere qualificata aggressiva".