"La giustificazione sovente avanzata per regolare gli strumenti virtuali è che le norme devono essere "tecnologicamente neutrali", nell'intento di non ostacolare i vantaggi offerti dal Fintech, mentre sono proprio le
tecnologie che rappresentano il problema da risolvere". Lo ha affermato
Paolo Savona, presidente di Consob, all'incontro annuale dell'Autorità con il mercato finanziario.
Secondo Savona, in particolare, "vanno
regolate le versioni che non consentono la conoscenza delle contrattazioni da parte di esterni al circuito, creando maggiori difficoltà nella prevenzione degli usi illeciti di moneta e credito, dall'evasione fiscale al riciclaggio di danaro sporco e al finanziamento della guerra e del terrorismo. Il chiarimento è particolarmente urgente per le cryptocurrency che vengono usate come moneta rispetto alle attività tradizionali tokenizzate (DeFin), perché le prime vengono "minate" liberamente da privati che si impossessano del signoraggio, mentre le seconde passano attraverso un'autorizzazione pubblica dei relativi documenti informativi".
"Se però le due forme si intrecciano i problemi da risolvere si moltiplicano e complicano le valutazioni di mercato - ha aggiunto - Non può sfuggire l'
analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili (subprime) e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato. Una società della Silicon Valley fondata nel 1989, dopo una vita incolore, nel 2020, a seguito della nascita dei Bitcoin, si è specializzata negli intrecci tra strumenti tradizionali e virtuali, balzando al vertice della ricchezza mondiale, superando la
Apple di Steve Jobs fondata nel 1976, le cui radici reali sono ben più profonde e risultato di vicende imprenditoriali passate alla storia".
"I token del MiCAR (Market in Crypto Asset Regulation) offrono un viatico per legittimare le diverse forme in cui si esprimono le crypto usate come sottostanti (collateral) di strumenti finanziari tradizionali, divenendo un incentivo alla loro diffusione, anche perché creano l'illusione che godano di una protezione dello Stato - ha sostenuto presidente di Consob - Fungono da incentivo anche le semplificazioni procedurali per l'autorizzazione dei token previsti e per quelli esonerati dal MiCAR, ancora prima che queste abbiano trovato piena applicazione per le forme finanziarie tradizionali. Il
consenso degli investitori e l'interesse degli emittenti ignorano la valenza sistemica del problema, la cui tutela ricade sulle autorità di Governo e di Vigilanza, che devono prendere atto dei modesti risultati degli avvertimenti da esse divulgati sui rischi elevati degli investimenti in strumenti virtuali o a essi connessi".