Il dibattito sulla
collocazione della Borsa Italiana nel contesto del Gruppo
Euronext "
pone problemi", la cui origine "si rinviene anche negli
accordi raggiunti con il Governo allora in carica, che non ha esplicitato con chiarezza se la gestione delle sette borse che compongono la holding olandese permette al management del Gruppo di seguire una logica puramente allocativa di tipo strettamente economico o se è richiesta la tutela indipendente degli interessi di ciascuna borsa nazionale per creare un mercato che mantenga, come taluni richiedono, il risparmio nel territorio in cui si forma". Lo ha affermato
Paolo Savona, presidente di Consob, all'incontro annuale dell'Autorità con il mercato finanziario.
"A tal fine la vigilanza su Euronext è stata affidata a un
College of Regulators composto dalle sette Consob nazionali che, pur conscio dell'esistenza di norme e prassi locali in competizione tra loro,
non dispone di poteri per risolvere i dilemmi interpretativi che insorgono", ha spiegato".
Secondo Savona, "si richiede pertanto un
impegno politico congiunto tra Stati presenti indirettamente nell'azionariato, possibilmente inquadrato nel processo per la creazione dell'Unione Europea dei Mercati dei Capitali e per l'ancora più ambizioso varo dell'Unione Europea dei Risparmi e degli Investimenti, indispensabili per completare il mercato unico dei beni con propria moneta".
"Queste meritevoli iniziative stentano a decollare per la
strenua difesa delle diversità normative e istituzionali che affliggono l'UE e impediscono un aggancio tra l'abbondanza del risparmio e un uso finalizzato alla ripresa degli investimenti", ha sottolineato il presidente di Consob.