Nel 2022 il reddito familiare netto medio annuo è di 35.995 euro, ma essendo la distribuzione dei redditi asimmetrica, la metà delle famiglie non supera i 28.865 euro. La
distribuzione del reddito a livello regionale mostra sostanziali differenze: nel 2022, le regioni con una concentrazione della distribuzione dei redditi più alta sono Calabria e Sicilia, mentre una maggiore omogeneità nella distribuzione si registra per Marche e Molise. Lo rileva
l'Istat nell'edizione 2025 di
Noi Italia-100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Nel 2023,
in Italia la spesa media mensile delle famiglie residenti è pari in valori correnti a 2.738 euro, in marcato aumento rispetto al 2022 (+4,3 per cento), ma la crescita in termini reali si riduce dell’1,5 per cento per effetto dell’inflazione (+5,9 per cento la variazione su base annua dell’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’UE-IPCA). Le famiglie spendono in media 526 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche, mentre la spesa per beni e servizi non alimentari è di 2.212 euro al mese. Le famiglie spendono un totale di 985 euro al mese (36,0 per cento della spesa media familiare totale),
principalmente per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzioni ordinarie e straordinarie.Nel Nord-ovest si spendono
in media 736 euro in più del Mezzogiorno. Le regioni con la spesa media mensile più elevata sono
Trentino-Alto Adige/Südtirol (3.478 euro) e Lombardia (3.189 euro), mentre Puglia e Calabria quelle con la spesa più contenuta (rispettivamente 2.060 e 2.008 euro al mese).
Sempre nello stesso periodo di riferimento
, in Italia sono in condizione di
povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4 per cento del totale delle famiglie residenti rispetto all’8,3 per cento nel 2022), per un totale di quasi
5,7 milioni di persone (9,7 per cento). I minori colpiti dalla povertà assoluta sono quasi 1,3 milioni, appartenenti a circa 748 mila famiglie. Gli stranieri in povertà assoluta sono
oltre 1,7 milioni, con un’incidenza della povertà assoluta tra gli stranieri
pari al 35,1 per cento, valore di oltre quattro volte e mezzo superiore a quello degli italiani (7,4 per cento).Nel 2023,
in Italia sono in condizione di povertà relativa oltre 2,8 milioni di famiglie (10,6 per cento del totale delle famiglie residenti), per un totale di 8,4 milioni di persone (14,5 per cento, in crescita rispetto al 14,0 per cento dell’anno precedente). Nel 2023 l’incidenza della
povertà relativa familiare è stabile in tutte le ripartizioni territoriali, mentre a livello individuale si registra un peggioramento nel Nord-ovest (10,1 per cento, era il 9,0 per cento nel 2022).
Le regioni che registrano
i valori più elevati dell’incidenza della povertà relativa familiare sono: Calabria (26,8 per cento), Puglia (22,3 per cento) e Campania (21,2 per cento); mentre Trentino-Alto Adige/Südtirol (4,9 per cento), Toscana (5,0 per cento) e Veneto (5,2 per cento) presentano i valori più bassi.
Nel 2024 la
soddisfazione per la situazione economica varia sensibilmente tra le diverse aree geografiche del Paese. In Italia, rispetto all’anno precedente, per la classe di età di 14 anni e più il Nord-est registra la quota più elevata di persone molto o abbastanza soddisfatte (61,5 per cento), mentre il Mezzogiorno rappresenta il territorio con la minore quota di soddisfazione (51,7 per cento). Rispetto al 2023, la
flessione più significativa si registra nelle regioni del Nord-ovest, la
cui soddisfazione scende dal 63,4 per cento al 61,0 per cento.