L'
Ocse ha deciso di rivedere di nuovo al ribasso le previsioni di
crescita economica sull'Italia. Dopo i tagli di marzo alla luce dei dazi commerciali statunitensi, l'organizzazione ha abbassato allo
0,6% (rispetto allo 0,7%) l'espansione del PIL per il 2025 e allo
0,7% (dallo 0,9%) per il 2026. L'ultimo aggiornamento dell'
Economic Outlook ha rivisto al ribasso anche le previsioni di crescita globale portate al 2,9% sia per quest'anno che per il prossimo (rispettivamente dal 3,1% e dal 3%).
Per quel che riguarda l'Italia, l'Ocse ha riportato progressi migliori del previsto dell'Italia sul risanamento dei
conti pubblici, in particolare sul deficit del 2024 calato 3,4% del Pil, dal 7,2% del 2023, 0,4 punti percentuali al di sotto di quanto preventivato dallo stesso governo. Quest'anno il
disavanzo dovrebbe calare al 3,1% del Pil e nel 2026 al 2,8%, riportandosi quindi al di sotto della soglia del 3% stabilita dal
Patto di stabilità e di crescita della Ue. In discesa anche il
debito pubblico che inizierà a limarsi rispetto al PIL già da quest'anno, al 135% a fronte del 135,3% del 2024, e proseguierà su questo sentiero anche nel 2026 con un 134,5%.
Nuovo calo atteso anche per il
tasso di disoccupazione, al 6,1% quest'anno (a fronte del 6,5% cui era calato nel 2024), livello che dovrebbe essere mantenuto anche per tutto il 2025.
Secondo il rapporto Ocse le
esportazioni italiane siano destinate a ristagnare quest'anno a causa dell'inasprimento delle politiche commerciali. Gli
investimenti potrebbe invece essere sostenuti da una accelerazione nell'attuazione del
PNRR, che dovrebbe anche incoraggiare maggiore occupazione sul medio termine. Per sostenere gli standard sui livelli di vita più a lungo termine, lo studio raccomanda all'Italia di migliorare le
opportunità di formazione per giovani ma anche per i lavoratori più anziani, in modo da migliorare le
capacità professionali e adattarle alle richieste del
mercato del lavoro.
A livello globale, l'Ocse ha previsto per gli
Stati Uniti un +1,1% di crescita quest'anno e un +1,6% il prossimo, per l'
eurozona un +0,7% quest'anno e un +1,7% il prossimo, mentre per la
Cina un +4,3% quest'anno e un +4,5% il prossimo.
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