Dazi, Draghi: cambiamenti in corso da tempo ma ora siamo a punto di rottura

Anche il presidente Mattarella al vertice Cotec: stare fermi non è più un'opzione
Pubblicato il 14/05/2025
Ultima modifica il 14/05/2025 alle ore 16:21
Teleborsa
L'ex presidente del Consiglio e della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato che "l'uso massiccio di azioni unilaterali per risolvere le controversie commerciali e il definitivo esautoramento del Wto hanno minato l'ordine multilaterale in modo difficilmente reversibile". Draghi nel suo intervento al vertice Cotec di Coimbra ha ricordato che cambiamenti sono in corso da "diversi anni e la situazione si stava deteriorando anche prima del recente innalzamento delle tariffe". "Le frammentazioni politiche interne e la crescita debole ha reso più difficile una effettiva risposta europea. Ma gli eventi più recenti rappresentano un punto di rottura", ha aggiunto.

"L'Ue ha riformato le sue regole fiscali e ha attivato la clausola di salvaguardia per facilitare l'aumento delle spese per la difesa. Ma finora solo 5 dei 17 Paesi dell'area dell'euro - che rappresentano circa il 50% del PIL - hanno optato per un periodo di aggiustamento prolungato. Quando il debito è già elevato, l'esenzione di categorie di spesa pubblica dalle regole di bilancio può arrivare solo fino a un certo punto. In questo contesto, l'emissione di debito comune dell'Ue per finanziare la spesa comune è una componente chiave della tabella di marcia", ha sottolineato Draghi.

Secondo Draghi, inoltre, "i prezzi elevati dell'energia e le carenze della rete sono, in primo luogo, una minaccia per la sopravvivenza della nostra industria, un ostacolo importante alla nostra competitività e un onere insostenibile per le nostre famiglie e, se non affrontati, rappresentano la principale minaccia alla nostra strategia di decarbonizzazione".

Al vertice ha preso parte anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "In questi giorni il Simposio celebra il ventennale dalla sua prima edizione e, come ogni anno, il tema proposto - la competitività - compare in cima all'agenda dei governi europei e delle istituzioni comunitarie – ha sottolineato –. Progredire senza indugi e con efficacia in quest'ambito è largamente considerata condizione indispensabile all'ulteriore approfondimento del progetto d'integrazione continentale, al rilancio strategico dell'Unione Europea e alla preservazione di un'economia prospera per i suoi Stati Membri e i suoi cittadini".

"Il nostro Simposio ha quindi il merito di lanciare un appello all'azione di grande attualità – ha proseguito –: è infatti urgente, direi prioritario, che l'Europa agisca, perché stare fermi non è più un'opzione. I rischi dell'immobilismo sono ben identificati nel Rapporto Draghi come in quello Letta, sul futuro del mercato interno: le ipotetiche conseguenze per l'Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche le vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni dell'ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale".