Le
grandi banche italiane (
Intesa Sanpaolo,
UniCredit,
Banco BPM,
BPER Banca e
Banca Monte dei Paschi di Siena) hanno registrato un
utile netto aggregato di 6,8 miliardi di euro nel
primo trimestre del 2025, in crescita del 12% su base annua o del 15% escludendo gli elementi non ricorrenti. Lo fa notare Morningstar DBRS in un report sul tema, aggiungendo che l'utile netto aggregato è aumentato del 55% su base trimestrale nel primo trimestre del 2025, ovvero del 21% su base trimestrale escludendo gli elementi non ricorrenti.
Il
margine di interesse (NII) aggregato è diminuito del 6% su base annua nel primo trimestre del 2025 e del 5% su base trimestrale, poiché i maggiori volumi di prestiti, uniti al maggiore contributo dei titoli a reddito fisso e ai benefici derivanti dalle coperture, hanno compensato solo in parte l'impatto negativo dei tassi di interesse più bassi.
Le
commissioni nette hanno retto bene, aumentando dell'8% su base annua e del 7% su base trimestrale. Ciò dimostra la crescente diversificazione delle attività bancarie verso la gestione patrimoniale, gli investimenti e le attività di bancassurance, in un contesto di tassi di interesse più bassi e mercati finanziari volatili. "Notiamo che alcune banche perseguono ulteriormente attività a minore intensità di capitale in questo contesto attraverso azioni strategiche organiche e inorganiche", si legge nel report.
"La crescita del reddito netto da commissioni ha in parte compensato il minor margine di interesse (NII) nel primo trimestre del 2025. Tuttavia, l'utile operativo è aumentato grazie al solido trading income e alla disciplina dei costi, consentendo alle banche di assorbire un potenziale futuro aumento del costo del rischio (CoR) qualora le tensioni commerciali globali avessero ripercussioni significative sulla crescita economica e sulla disoccupazione - ha affermato
Andrea Costanzo, Vicepresidente, European Financial Institution Ratings presso Morningstar DBRS - I solidi risultati del primo trimestre del 2025 gettano le basi affinché le banche possano affrontare l'onda d'urto dell'M&A e l'aumento dei rischi per la qualità degli attivi con bilanci più solidi".
Le
rettifiche su crediti (LLP) sono diminuite del 12% su base annua e del 54% rispetto al trimestre precedente, principalmente a causa della stagionalità verso fine anno. Il miglioramento nel confronto annuale riflette profili di rischio più solidi e una bassa formazione di nuovi NPE. Le grandi banche italiane hanno mantenuto per il momento la maggior parte dei loro incarichi gestionali a causa dell'incertezza del contesto operativo dovuta alle tensioni geopolitiche e commerciali globali.
Il
tasso medio di default è rimasto basso nel primo trimestre del 2025, nonostante la moderata crescita economica e le vulnerabilità di alcuni settori manifatturieri. Morningstar DBRS nota un certo rallentamento nelle cessioni di NPE, poiché le strategie di gestione degli NPE si stanno concentrando sempre più sul recupero organico, data la considerevole quota di NPE assistiti da garanzie statali presso alcune banche. Nel primo trimestre del 2025, lo
stock aggregato di NPE è aumentato dell'1% rispetto alla fine dell'anno 2024, ma è diminuito del 49% rispetto al 2020. Ciononostante, il
rapporto NPE lordo medio si attestava al 2,9% a fine marzo 2025, invariato rispetto alla fine del 2024 ma in calo rispetto al 5,8% registrato alla fine del 2020.
La capitalizzazione rimane solida, con un rapporto
CET1 medio del 15,9% a fine marzo 2025, in leggero aumento rispetto al 15,8% registrato alla fine del 2024, nonostante l'aumento della remunerazione degli azionisti e l'impatto negativo di Basilea IV. Il CET1 medio superava i requisiti minimi regolamentari di circa 650 punti base a fine marzo 2025. Morningstar DBRS prevede una riduzione dei cuscinetti di capitale qualora le banche portassero a termine con successo le operazioni di M&A annunciate.