S&P rivede rating su banche dopo mossa su Italia. Alza outlook su UniCredit e BPM

Pubblicato il 18/04/2025
Ultima modifica il 18/04/2025 alle ore 18:26
Teleborsa
S&P Global Rating ha rivisto i rating di 15 banche italiane, dopo che l'11 aprile ha alzato il rating sovrano dell'Italia da "BBB" a "BBB+", grazie al rafforzamento della posizione esterna, alla solidità dei bilanci di famiglie e imprese e agli squilibri fiscali ancora elevati ma in riduzione.

In generale, l'agenzia di rating rileva un miglioramento strutturale della redditività delle banche italiane, con un rendimento medio del capitale proprio che si mantiene al di sopra del costo del capitale per la maggior parte degli istituti. Ciò è dovuto a una maggiore efficienza operativa, a modelli di business più resilienti e a una migliore qualità degli attivi.

Su UniCredit, ha alzato il rating di credito a lungo termine da "BBB" a "BBB+" e migliorato l'outlook a positivo, valutando la banca potenzialmente idonea a ricevere un rating superiore a quello sovrano. Ciò dipenderà anche dalla configurazione finale della banca e dal suo bilancio in seguito all'esito delle potenziali transazioni con Banco BPM e Commerzbank.

Su Intesa Sanpaolo, ha alzato il rating a "BBB+" da "BBB" con outlook confermato stabile. Su Mediobanca, ha alzato il rating creditizio a lungo termine a "BBB+" da "BBB" con outlook confermato stabile. Su FinecoBank, ha alzato il rating a "BBB+" da "BBB" con outlook confermato stabile. Su Banca Mediolanum, ha alzato il rating a "BBB+" da "BBB" con outlook confermato stabile.

Su BPER Banca ha alzato i rating creditizi a lungo e a breve termine a "BBB/A-2" da "BBB-/A-3", con outlook abbassato a stabile. Su Iccrea Banca, ha alzato i rating creditizi a lungo e breve termine a "BBB/A-2" da "BBB-/A-3" con outlook abbassato a stabile.

Su Banco BPM, ha confermato i rating creditizi a lungo e breve termine a "BBB/A-2" e i nostri RCR a "BBB+/A-2", con outlook migliorato a positivo. Le prospettive positive rispecchiano quelle di UniCredit e riflettono la convinzione che Banco BPM trarrebbe beneficio da una potenziale integrazione in UniCredit, un gruppo bancario più solido e con un rating più elevato. Riflettono inoltre la relativa solidità di Banco BPM che viene riscontrata rispetto alla maggior parte dei suoi concorrenti con rating simile.

Su Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ha alzato i rating creditizi a lungo e breve termine a "BBB/A-2" da "BBB-/A-3" con outlook confermato stabile. Su Mediocredito Centrale - Banca del Mezzogiorno ha alzato i rating creditizi a lungo e breve termine a "BBB/A-2" da "BBB-/A-3" con outlook confermato stabile.

Su Banca Popolare di Sondrio, ha confermato i rating creditizi a lungo e breve termine a "BBB-/A-3" e gli RCR a "BBB/A-2" con outlook confermato positivo. Su Volksbank, ha confermato i rating creditizi a lungo e breve termine a "BBB-/A-3" con l'outlook che rimane stabile. Su Banco di Desio e della Brianza, ha confermato i rating di credito degli emittenti a lungo e breve termine a "BBB-/A-3" con l'outlook che rimane stabile.

Su BNP Paribas (Filiale italiana) ha alzato i rating di credito (RCR) sulla filiale da "A+/A-1" a "AA-/A-1+" e mantenuto l'outlook stabile. Su Bank of New York Mellon (Filiale italiana) ha alzato i rating di credito degli emittenti a lungo e breve termine da "A+/A-1" a "AA-/A-1+" e mantenuto l'outlook.

S&P spiega che i rating bancari in Italia sono stati in larga misura limitati dal merito creditizio relativamente più debole del Paese. In primo luogo, generalmente non classifica le banche con esposizione e operatività predominanti nel loro Paese di domicilio con un rating superiore al rating sovrano del Paese di origine, anche se la valutazione del loro merito creditizio intrinseco è superiore a quella del Paese di origine. Ciò è dovuto alla significativa esposizione delle banche al loro Paese di origine e alla bassa probabilità che sopravvivano a un ipotetico scenario di default sovrano. Di conseguenza, il rating sovrano dell'Italia rappresenta in alcuni casi un limite al rating della banca. In secondo luogo, l'elevato debito pubblico e i deficit fiscali dell'Italia limitano la flessibilità macroeconomica del governo e la sua capacità di sostenere l'economia quando necessario, rispetto a Paesi sovrani omologhi con ricchezza e livelli di sviluppo simili. Infine, gli elevati rischi esterni possono influire sulla valutazione complessiva degli squilibri economici affrontati dal settore bancario. Pertanto, la riduzione dei rischi macroeconomici ed esterni riduce gli squilibri economici che le banche italiane devono affrontare.