Pasquoni: private markets sono cambiati, formazione è molto importante

L'intervento al Salone del Risparmio
Pubblicato il 15/04/2025
Ultima modifica il 15/04/2025 alle ore 18:54
Teleborsa
"L'industria dei private markets è cambiata molto ed è cresciuta molto negli ultimi 20 anni. Basta pensare che nel 2005 era 4 trilioni di dollari e alla fine del 2023 era oltre 22 trilioni, quindi c'è stata una crescita veramente esponenziale e la sfida oggi è quella di permettere l'accesso anche a nuovi canali e a nuovi clienti, soprattutto gli investitori privati che oggi si cominciano ad affacciare a questa asset class per diversificare i loro portafogli e ottenere rendimenti prospettici più interessanti". Lo ha detto a Teleborsa Alessandra Pasquoni, Head of Finance and Investment presso ANIA e Chapter Head del CAIA Chapter Italy, in occasione della 15esima edizione del Salone del Risparmio, il più grande evento italiano dedicato all'industria del risparmio gestito, organizzato da Assogestioni presso il centro congressi Allianz MiCo di Milano.



"La formazione è un tema sicuramente molto importante, perché mentre gli investitori istituzionali già da tempo hanno dimensione e scala per diversificare il loro portafoglio in vari asset, gli investitori privati cominciano ora", ha sostenuto Pasquoni.

Il CAIA Charter certifica competenze avanzate nei mercati privati, contribuendo a promuovere una cultura finanziaria consapevole, orientata all’investitore e focalizzata sul lungo termine.

"Il CAIA, che è l'associazione dei Chartered Alternative Investment Analyst, ha esplorato il fenomeno della democratizzazione degli asset in un recente paper, in cui in qualche modo guida i professionisti verso quella che è la seconda ondata della democratizzazione degli asset - ha spiegato - La prima era iniziata dopo la crisi finanziaria, con lo sviluppo di strategie liquide alternative, e la seconda è in atto oggi. Sicuramente la tecnologia favorisce questo accesso, tuttavia è essenziale l'educazione finanziaria non solo per l'investitore privato ma anche per il wealth manager e per tutti coloro che guidano l'investitore in questo percorso".

Secondo Pasquoni, "è importante capire quelli che sono gli obiettivi del cliente, la sua propensione a rischio, il suo bisogno di liquidità, le caratteristiche del prodotto e soprattutto quanto queste siano adeguate per i suoi bisogni. Ecco perché la formazione e l'educazione finanziaria del wealth manager in primis e anche dell'investitore sono fondamentali, per far sì che questa transizione sia duratura, consapevole, venga fatta con coscienza e soprattutto sia un trend di lungo periodo".

(Foto: Giovanni Ricciardi)