Gli stipendi del personale scolastico non sono solo penalizzati da importi oggettivamente ridotti e tassazioni esagerate: analizzando il cedolino delle buste paga di docenti e personale Ata si scopre che sono anche presenti miriadi di trattenute, spesso ingiuste, che rendono ancora più miserevole l’importo netto finale percepito. Una di queste è sicuramente la trattenuta stipendiale del
2,5% TFR applicata per legge a tutti i neo-assunti dal 2001: una trattenuta, questa, anche discriminante, considerando che non viene applicata agli altri lavoratori del pubblico impiego e nemmeno ai settori privati. Per abolirla, il
sindacato Anief ha avviato una petizione nazionale online, così da garantire la parità di trattamento tra tutti i lavoratori.“La nostra iniziativa – dice
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, rappresentativo nei comparti Istruzione, Università e Ricerca -
vuole evitare che si penalizzino centinaia di migliaia di lavoratori pubblici, trattati come figli di un dio minore, ma anche che si introduca un intervento legislativo che realizzi quanto deciso con la sentenza della Corte Costituzionale n. 213/2018: vogliamo sollecitare il Governo ad abolire la trattenuta del 2,5% Tfr per i neo-assunti dal 2001, così d garantire la parità di trattamento tra tutti i lavoratori del pubblico impiego ma anche del privato, perché la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, la legge n. 448/1998 demanda a un DPCM la definizione della struttura retributiva e contributiva dei dipendenti pubblici che passano a partire dai neo-assunti dal 1 gennaio 2001 dalla vecchia liquidazione - quindi dal precedente regime del TFS (trattamento di fine servizio) con aliquota maggiore e trattenuta del 2,5% o dell’IBU (indennità di buona uscita) - al regime del TFR (trattamento di fine rapporto) con aliquota del 9,41 e trattenuta del 2,5% su 80% dello stipendio, non previsto per i lavoratori privati dall’art. 2120 del Codice civile. E c’è anche da dire che i dipendenti degli Enti pubblici non economici alla cessazione del
rapporto di lavoro hanno diritto a una indennità di anzianità (IA) a totale carico dell’Ente datore di lavoro e disciplinata dalla legge n. 70/1975. Sulla questione del TFR 2,5% applicato ai neo-assunti degli ultimi 25 anni, la Corte costituzionale con la sentenza n. 213 del 2018 ha detto in modo chiaro che per “salvaguardare la parità di trattamento contrattuale e retributivo, nel perimetro tracciato dalla contrattazione collettiva e dalla necessaria verifica della compatibilità con le risorse disponibili. Tale principio di parità di trattamento si pone a ineludibile presidio dello stesso diritto a una retribuzione sufficiente e proporzionata”.
“L’iniziativa – continua Pacifico – arriva inoltre dopo il successo della petizione sul riscatto gratuito della laurea che ha portato alla presentazione della proposta di legge da parte della senatrice
Carmela Bucalo: lo stipendio di chi lavora nel settore della Conoscenza è infatti eroso non solo dall’inflazione, ma anche da trattenute immotivate che vanno certamente cancellate. Crediamo molto in queste battaglie di giustizia, perché se condivise, come crediamo, dai lavoratori della scuola possono portare l’amministrazione scolastica e la politica a rendersi conto dell’esigenza di cambiare. È evidente che serve – conclude il sindacalista autonomo –
un sostegno importante da parte dei lavoratori diretti interessati, ma sono sicuro che anche stavolta non mancherà”.