"Negli ultimi cinque anni l'
economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e adattamento, crescendo più che nel quinquennio precedente la pandemia e in linea con il resto dell'area dell'euro". Lo ha detto il Governatore della Banca d'Italia,
Fabio Panetta, intervenendo alla Giornata Mondiale del Risparmio del 2025.
Panetta ha riconosciuto che negli anni recenti l'Italia "ha
mantenuto una gestione prudente delle finanze pubbliche" e "con l'esaurirsi delle misure straordinarie, l'indebitamento netto si è ridotto drasticamente: si è più che dimezzato lo scorso anno e, secondo le stime del Governo, nel 2025 dovrebbe scendere al 3,0 per cento del PIL. Il saldo primario è tornato positivo e dovrebbe salire allo 0,9 per cento, mentre gli investimenti pubblici restano su livelli elevati in rapporto al prodotto".
"La tenuta dell'economia, la credibilità degli obiettivi di finanza pubblica e la prudenza nella gestione dei conti hanno
rafforzato la fiducia nelle prospettive del Paese - ha sottolineato - La domanda estera di titoli pubblici è tornata su livelli elevati, contribuendo a un netto miglioramento del saldo TARGET2. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi è diminuito di circa 100 punti base negli ultimi due anni".
"Anche il giudizio delle principali
agenzie di rating è migliorato, nonostante il difficile contesto geopolitico - ha aggiunto - Vi sono
spazi per ulteriori miglioramenti".
Guardando al futuro, "la
politica di bilancio dovrà tenere conto dell'invecchiamento della popolazione e dei nuovi impegni in materia di difesa, sostenendo la capacità produttiva - ha sottolineato il Governatore - È essenziale innalzare stabilmente il ritmo di crescita dell'economia oltre quell'1 per cento stentato su cui sembriamo esserci assestati, preparando fin d'ora il terreno per la fase in cui non saranno più disponibili i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)".
Secondo Panetta, "l'
espansione della domanda interna è decisiva per lo sviluppo dell'economia italiana e, più in generale, dell'intera Europa. L'accumulazione di capitale è lo strumento per conseguirla: non solo sostiene direttamente la domanda, ma accrescendo il potenziale produttivo pone anche le basi per una crescita duratura, soprattutto in una fase di profonda trasformazione tecnologica".
Inoltre, "il declino demografico rende ancora più
urgente accelerare l'accumulazione di capitale e rafforzare la capacità innovativa del sistema produttivo. Occorre quindi orientare le risorse verso investimenti ad alto contenuto tecnologico".
Nell'analisi dell'economia, ha sottolineato che "il
buon andamento delle esportazioni è stato un fattore decisivo nella tenuta della nostra economia", ma "la competitività delle imprese italiane non può essere data per acquisita, soprattutto alla luce delle attuali tensioni commerciali e delle incerte prospettive della domanda globale".
Ha ricordato che il recente accordo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti ha ridotto l'incertezza sul quadro dei rapporti doganali bilaterali, ma ha anche comportato un sensibile aumento, dal 2 al 16 per cento, dei dazi medi effettivi sulle esportazioni europee. "Secondo le nostre valutazioni, gli effetti diretti per gli esportatori italiani e le loro filiere restano nel complesso limitati, grazie ai punti di forza", ma "
non vanno però sottovalutati gli effetti che si concentrano su singoli settori o territori, né quelli indiretti".