Prende forma la
riforma del Testo unico per la Finanza (TUF), con la bozza - su cui ha lavorato il sottosegretario all'Economia Federico Freni - esaminata nel pre-consiglio dei ministri.
La principale novità riguarda la
soglia unica per l'obbligo di lancio di un'offerta di acquisto (OPA) totalitaria su una società quotata, che tornerà al
30%. Attualmente, nelle società più grandi un azionista che superi il 25% in assenza di un altro azionista che abbia una quota più alta, deve lanciare un'OPA obbligatoria. Per le società medie e piccole, con una capitalizzazione inferiore a 1 miliardo di euro, la soglia è invece al 30%.
Nel nuovo impianto normativo poi si dimezzerà,
da 12 a 6 mesi, il
periodo rilevante ai fini della determinazione del prezzo dell'OPA.
La riforma intende attuare un
maggiore controllo sulle indiscrezioni che girano attorno a possibili operazioni. Nel caso di notizie riguardanti eventuali OPA, CONSOB potrà chiedere chiarimenti alla società indicata come pronta a lanciare l'offerta. Se quest'ultima non darà sufficienti spiegazioni o non confermerà l'interessa allo scatterà un blocco di anno, durante il quale non potrà lanciare eventuali OPA sulla quotate considerata, secondo i rumors, oggetto dell'operazione.
La riforma
stabilizza il rappresentante unico dei soci nelle assemblee da remoto, eredita della pandemia, pur con tutele con i soci di minoranza per chiudere la procedura d'infrazione con l'UE sul tema aperta lo scorso maggio. Ci sarà anche meno spazio per i cosiddetti "disturbatori" in assemblea, i soci che con pochissime azioni intervengono e allungano i tempi: le discussioni saranno limitate ai soci che hanno almeno lo 0,1% del capitale.
La riforma introduce anche semplificazioni per le matricole di Borsa e per le società medie e piccole, con meno di 1 miliardo di euro di capitalizzazione, che potranno derogare da alcune regole, tra cui la
rinuncia al voto di lista.
Il nuovo TUF, la cosiddetta legge Draghi che risale al 1998, intende attirare capitali verso il mercato borsistico italiano, che soffre di problemi strutturali di sottodimensionamento, con l'
introduzione del sistema anglossassone delle limited partnership rivolte ai private equity e ai venture capital, ai regimi semplificati per i fondi alternativi, fino all'introduzione delle società in accomandita per azioni con molte deroghe alla disciplina codicistica.