Diversity & Inclusion: cresce la consapevolezza, ma le discriminazioni restano diffuse

Pubblicato il 23/09/2025
Ultima modifica il 23/09/2025 alle ore 10:35
Teleborsa
Cegos Group, leader globale nel Learning&Development, pubblica la seconda edizione dell’International Barometer, "Diversity &Inclusion nelle organizzazioni", che evidenzia una crescente consapevolezza sui temi di D&I e un impegno più forte su molti fronti, mettendo anche in luce la persistente presenza di diverse forme di discriminazione nei luoghi di lavoro.

Lo studio rivela, inoltre, un divario tra le intenzioni dichiarate dalle aziende e le pratiche quotidiane percepite e vissute dai dipendenti in termini di Diversity and Inclusion. La diversità e l’inclusione sono due leve fondamentali che Cegos sostiene attraverso programmi di formazione erogati in tutto il mondo, aiutando le organizzazioni a promuovere coesione, performance collettiva e attrattività complessiva.

Condotto tra aprile e maggio 2025 in 10 Paesi in Europa, America Latina e Asia, l’indagine fa luce su come sia i dipendenti che i professionisti delle Risorse Umane percepiscano, si aspettino e mettano in pratica le politiche di diversità e inclusione, per comprendere meglio le esperienze concrete di diversità, il livello di supporto alle politiche di D&I già presenti nelle organizzazioni e le leve ritenute più critiche per compiere ulteriori progressi. Infine, i risultati mostrano che il supporto e la formazione offerti ai manager per guidare team diversificati e promuovere l’inclusione - come lo sviluppo della consapevolezza dei propri bias, l’ascolto attivo, l’empatia e l’apertura - restano ancora insufficienti e frammentati.

L'indagine online è stata condotta tra aprile e maggio 2025 in 10 Paesi di Europa (Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Regno Unito), Asia (Singapore) e America Latina (Brasile, Messico, Cile), e ha coinvolto 5.537 dipendenti e 438 Direttori o Manager HR, tutti appartenenti a imprese private o organizzazioni pubbliche con più di 50 dipendenti.

La Diversity & Inclusion è ormai conosciuta dalla quasi totalità dei dipendenti (94%, 98% in Italia), ma la discriminazione resta diffusa: l’84% dei lavoratori (77% ITA) e il 98% degli HR (97% ITA) hanno assistito a episodi sul luogo di lavoro, e due dipendenti su tre dichiarano di averne fatto esperienza diretta. Le principali forme riguardano aspetto fisico, età, razzismo e status socioeconomico, con effetti negativi sul clima lavorativo.

Gli HR spingono sulle politiche D&I (81% a livello globale, 72% in Italia), promuovendo comunicazione dedicata, integrazione nei processi di onboarding e maggiore visibilità della leadership. Tuttavia, i manager non sempre risultano preparati: solo il 42% dei dipendenti li considera alleati nella lotta alla discriminazione e poco più della metà ha ricevuto formazione sui bias inconsci. Restano da rafforzare competenze come ascolto, empatia e apertura. La gestione dei conflitti legati alla diversità grava ancora sugli HR (45%, 22% ITA), con scarso coinvolgimento diretto dei manager (25%, 36% ITA).

"Consapevolezza e sensibilità non bastano più. Oggi i dipendenti si aspettano che i manager siano veri alleati: pronti ad agire, supportare e prendere posizione. Non è questione di buona volontà o di affermazioni formali, ma di assumere una scelta chiara e visibile per l’equità e l’inclusione, un vero cambio di paradigma manageriale. I dati ci dicono che il cambiamento non è ancora compiuto: la vera sfida è integrare la D&I come competenza manageriale, come parte integrante del ruolo di chi guida le persone", commenta Emanuele Castellani, Executive Board Member del Gruppo Cegos e CEO di Cegos Italia.