Lo sviluppo del Paese passa dalla capacità di
valorizzare i singoli territori dentro una cornice unitaria, in cui il dialogo tra istituzioni locali, nazionali ed europee diventa decisivo. È questo il tema al centro dell’incontro che ha visto protagonisti
Giuseppe Catalano, capo di Gabinetto della Regione Puglia,
Roberta Frisoni, assessora al turismo, commercio e sport della Regione Emilia-Romagna,
Guido Guidesi, assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia,
Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo,
Massimiliano Salini, vicepresidente del Gruppo PPE, e
Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, moderati da
Emmanuele Forlani, direttore della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS.
Al centro del confronto il
rapporto tra territori e Unione Europea. "L’Europa non è uno spazio a cui chiedere un aiuto, ma
uno spazio da costruire", ha sottolineato Salini, ribadendo come la piena coscienza della responsabilità dei territori sia la condizione perché il progetto europeo diventi davvero utile. Un passaggio che chiama in causa anche il
nodo del bilancio comunitario, ancora troppo ridotto rispetto a quelli nazionali.
Secondo Salini, il vero salto di qualità arriverà solo con la capacità di "
cedere porzioni di sovranità per riguadagnarle, non per perderle". Un esempio è la politica estera e di difesa, dove un’Europa più unita significherebbe avere una voce autonoma nello scenario globale. Ma questo, ha avvertito,
comporta anche trasferire risorse dai bilanci nazionali a quello europeo.
Infine, il richiamo a
non smarrire il legame diretto con le comunità locali. "Nell’ultimo bilancio c’è stato un inciampo – ha osservato Salini – ovvero la
scelta di passare da una relazione Ue-Regioni a una relazione Ue-Nazioni. Una decisione che rischia di indebolire proprio quel rapporto con i territori che dovrebbe essere invece rafforzato".