Con
l’aumento delle temperature e degli estremi termici causati dai cambiamenti climatici, lo
stress da calore nei luoghi di lavoro è ormai una sfida sociale globale e non più limitata ai Paesi vicini all’equatore. A dirlo è un nuovo rapporto congiunto di
Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e
Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che propone nuove linee guida e piani d’azione.
"Il caldo estremo sta già danneggiando la salute e i mezzi di sussistenza di miliardi di lavoratori, soprattutto nelle comunità più vulnerabili", ha spiegato
Jeremy Farrar, direttore generale aggiunto dell’Oms. Per
Ko Barrett, vice segretario generale dell’Omm, "proteggere i lavoratori dal caldo non è solo un imperativo sanitario, ma anche una
necessità economica".
Secondo il rapporto, la
produttività cala del 2-3% per ogni grado sopra i 20 °C e i rischi per la salute includono colpi di calore, disidratazione, problemi renali e disturbi neurologici.
Il documento sottolinea inoltre che
gli episodi di stress termico stanno aumentando in frequenza e intensità, colpendo tanto chi lavora all’aperto quanto chi opera al chiuso. Per questo, le agenzie internazionali invitano governi, datori di lavoro e autorità sanitarie a predisporre piani mirati, sviluppati in collaborazione con sindacati ed esperti di salute pubblica, con particolare attenzione a lavoratori anziani, persone con patologie croniche o con condizioni fisiche fragili.
(Foto: Gerd Altamann)