La domanda elettrica è attesa in forte crescita degli anni a venire grazie anche allo
sviluppo massiccio dei data center alimentati dall’
intelligenza artificiale (IA), che richiedono quantità crescenti di elettricità, creando forti criticità sul fronte della decarbonizzazione e problemi alle infrastrutture globali, specie quelle europee, che non sono pronte a gestire una tale massa di energia.
In
Europa saranno necessari
oltre 220 miliardi di euro all’anno di investimenti nelle reti di trasmissione e distribuzione
fino al 2050 per sostenere la transizione energetica. Negli
Stati Uniti, il National Transmission Planning Study del Dipartimento dell’Energia indica che un’espansione del 50–100% della rete entro il 2035 richieda una spesa cumulata
fino a 1.400 miliardi di dollari.
La soluzione al maggior fabbisogno energetico è
aumentare la quota di energia pulita, ma la strada per raggiungerne il pieno potenziale è lunga. Nel frattempo, si dovrà investire nei
leader del clean tech che operano in settori diversi e possiedono le tecnologie per ottimizzare le reti, oltre che per abilitare, di fatto, la transizione green, che resta ineludibile.
Boom della domanda dei data centerSecondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, entro il 2026 i
data center potranno
raddoppiare il loro consumo elettrico rispetto al 2022, toccando i
1.000 TWh, pari alla domanda annuale del Giappone. E con lo sviluppo tumultuoso dell'Intelligenza artificiale la sotuazione è destinata ad aggravarsi, diventando una vera e propria emergenza: un prompt su ChatGPT è circa dieci volte più energivoro di una ricerca su Google.
Secondo un’analisi di Goldman Sachs, la domanda di energia elettrica in Europa è destinata a crescere. Sulla base dei dati raccolti
dalle utility europee, si stima una
pipeline di data center pari a circa 170 GW, equivalente a un terzo dell'attuale domanda elettrica europea. Anche considerando una realizzazione parziale del 25-50%, ciò comporterebbe un
aumento della domanda di energia del 10-15% nei prossimi 10-15 anni.
Negli Stati Uniti la domanda elettrica è già in forte crescita, spinta da data center, intelligenza artificiale e mobilità elettrica, con previsioni di aumento del 2-4% annuo nei prossimi anni.
Il ruolo e le opportunità per l’ItaliaAnche
l’Italia si prepara a questa svolta strutturale, posizionandosi sempre più come snodo strategico nella nuova geografia digitale.
Milano, in particolare, è diventata un
punto nevralgico per l’espansione dei data center nel Mediterraneo, con una potenza installata che nel 2024 ha raggiunto i
238 MW IT (+34% rispetto al 2023).
Secondo il report 2025 del Centro Studi RINA sui Data Centre, si prevedono
in Italia oltre 10 miliardi di euro di investimenti in nuove infrastrutture, con un’attenzione crescente alla sostenibilità: alimentazione 100% rinnovabile, raffreddamento ad acqua,
recupero del calore per il teleriscaldamento urbano.
I riflessi sul mix energeticoIl
mix energetico del futuro prossimo sarà inevitabilmente
ibrido, poiché Le energie rinnovabili sono soggette a rallentamenti, anche per effetto dell’incertezza politica, mentre il nucleare di quarta generazione o Small Modular Reactors (SMR) non sarà disponibile su larga scala prima del 2035. Ciò riporta
in primo piano il gas: solo negli Stati Uniti, i progetti di nuova capacità da gas sono saliti da 6 GW a 17,5 GW, il livello più alto dal 2017.
Le utility americane, d’altro canto, prevedono
investimenti record per alimentare i data center (+22,3% sul 2024), mentre le grandi aziende tecnologiche come Google, Amazon e Meta stanno siglando accordi ventennali per l’acquisto di energia nucleare.
Le implicazioni per i mercati finanziari
In un mercato azionario in rialzo, i
titoli delle clean tech e delle rinnovabili sono oggi
su valutazioni depresse nonostante i fondamentali in miglioramento. Questo crea
opportunità per un posizionamento strategico. Secondo Morgan Stanley, il
comparto europeo delle utility - che nel 2024
ha sottoperformato rispetto a quello statunitense (S&P Utilities +20% contro -5% delle controparti europee) - potrebbe beneficiare di un repricing positivo grazie all’incremento strutturale della domanda e a una migliore allocazione di capitale nel rinnovabile. Il segmento
solare onshore e l’eolico terrestre sono i comparti
preferiti. Più cautela, invece, su offshore wind e solare residenziale. La
componentistica, grazie alle restrizioni al commercio internazionale, beneficia di una
spinta alla produzione locale, soprattutto negli Stati Uniti.
Nei prossimi 12-18 mesi ci si attende un ritorno ai fondamentali, con un
rimbalzo del settore. Guardando
più avanti, sono tre le forze che potranno plasmare i rendimenti: la velocità con cui i governi renderanno bancabile il
nucleare di nuova generazione, l'effettiva
rimozione dei "colli di bottiglia" autorizzativi per le rinnovabili e il
prezzo del carbonio, destinato a influenzare il costo del capitale fossile.
Rischi e opportunità si intrecciano, ma convergono su un punto fermo: chi possiede, ottimizza o finanzia l'infrastruttura critica della nuova economia digitale siede oggi al centro della prossima
"gold rush" energetica. E la storia, come i mercati, premia chi arriva preparato.
FIEE Sgr, società di gestione che investe nei settori dell’efficienza e transizione energetica, ha lanciato a settembre 2023 il suo
primo fondo d’investimento aperto specializzato nella transizione energetica:
SpesX Energy Transition. Il team di SpesX di FIEE Sgr è attivo su tutta la filiera dell’energia, e sta sviluppando un particolare focus su quelle società che supportano l’alimentazione energetica dell’Intelligenza Artificiale. Il portafoglio è oggi diviso equamente tra Stati Uniti ed Europa. Tra le principali posizioni: Vistra, Constellation Energy, Talen, operatori americani di centrali nucleari che hanno siglato accordi di fornitura a lungo termine con i grandi hyperscaler tecnologici. Seguono Vertiv, azienda leader nella gestione energetica e nel raffreddamento dei data center, Nextera Energy,
uno dei maggiori sviluppatori di energia rinnovabile negli Stati Uniti, First Solar, produttore americano di pannelli solari, e la tedesca E.ON