L’arte digitale oramai non è più solo un linguaggio sperimentale relegato ai margini della scena artistica: in verità è oggi uno dei più potenti strumenti per comprendere, raccontare e trasformare la realtà. Il tempo in cui siamo immersi è fatto di intelligenza artificiale, realtà aumentata, ambienti immersivi e sistemi interattivi che ridefiniscono profondamente la nostra esperienza quotidiana: e l’arte digitale si sta imponendo come li
nguaggio duttile, metamorfico, capace di abitare le complessità del presente, prefigurare scenari futuri, immaginare anche un mondo altro. Proprio in questo spazio-soglia, dove immaginazione, tecnologia e visione si incontrano, si colloca la seconda edizione del
VDA Award 2025, il riconoscimento biennale promosso da
Var Digital Art by Var Group, che torna a confermare la centralità della creatività digitale come risorsa culturale ed economica.
La crescita di questo settore - neanche a dirlo - è sotto gli occhi di tutti. Secondo le più recenti stime di mercato di ArtTactic, il comparto dell’arte digitale – NFT compresi – ha superato il
miliardo e mezzo di dollari nel solo 2022, e le previsioni per i prossimi anni indicano un incremento costante, con un
tasso di crescita annuale superiore al 10%. Al di là dei numeri, l’impatto dell’arte digitale si misura anche nell’ambito dell’innovazione d’impresa e della trasformazione culturale:
aziende che integrano progetti artistici nei propri processi registrano una crescita misurabile in termini di innovazione, reputazione e attrattività. Var Group si inserisce perfettamente in questo scenario dal momento che ha scelto di costruire un ecosistema in cui
arte, impresa e tecnologia dialogano non come mondi separati ma come forze convergenti, dove le differenze di prospettive, obiettivi e strumenti arricchiscono mutualmente ogni settore.
Il
VDA Award 2025 non è quindi solo una vetrina di talenti, ma un dispositivo di lettura del contemporaneo. Le opere selezionate offrono uno spaccato straordinario sulla
complessità del nostro tempo: identità fluide, memorie sintetiche, tensioni ecologiche, relazioni tra umano e artificiale. L’arte digitale si presenta qui come
lente critica, come atto analitico, come possibilità di immaginare alternative e a guidare questa visione è il direttore artistico e curatore del premio
Davide Sarchioni, affiancato da un comitato scientifico che racchiude alcune tra le voci più autorevoli e originali del panorama contemporaneo.
Cesare Biasini Selvaggi, curatore e manager culturale, è oggi direttore editoriale di Exibart e autore del programma televisivo Stato dell’Arte. Con una lunga esperienza anche nel terzo settore e nella progettazione culturale, rappresenta la figura di raccordo tra curatela e policy culturale, con all’attivo oltre 150 mostre realizzate in Italia e all’estero e autore di oltre un centinaio di saggi pubblicati da editori come Mondadori, Electa, Skira.
Ivan Quaroni, critico d’arte e docente presso
l’Accademia Aldo Galli di Como e lo
IED di Milano, ha contribuito a diffondere in Italia il Lowbrow e il Pop Surrealism, e si è distinto per il volume Crypto Art Today, che racconta le dinamiche della creatività in blockchain.
Gemma Fantacci, giovane e brillante curatrice, porta nel comitato la sua esperienza nell’ambito del gaming, della user experience e dei linguaggi immersivi: già protagonista al Milan Machinima Festival, lavora a cavallo tra arte visiva e sport tech.
Serena Tabacchi, infine, è una pioniera della curatela digitale: fondatrice del MoCDA – Museum of Contemporary Digital Art, ha curato mostre in istituzioni come il MAXXI L’Aquila e OGR Torino, e dirige oggi anche la galleria Rifugio Digitale, uno dei luoghi chiave dell’arte contemporanea phygital in Italia.
Insieme, queste cinque figure hanno selezionato dodici artisti e artiste tra le voci più significative dell’arte digitale italiana: nomi che spaziano dalla sperimentazione 3D di
Daniele Di Donato alle installazioni di corpi glitchati di
Martina Menegon, dalle visioni oniriche, neopop ed emozionali di
Giovanni Motta alle elaborazioni digitali di
Matteo Mauro, passando per pionieri come
Auriea Harvey, iconico nome della Net Art, e giovani innovatori come
Pascal Greco e Manuel Gardina. Ci sono anche il duo critico-ambientale
The Cool Couple, le sinfonie invisibili tra natura e tecnologia di
Quiet Ensemble, l’arte immersiva di
Fabio Giampietro tra pittura e VR, le narrazioni dissacranti di
Niro Perrone e la potenza evocativa della visual artist
Lorenza Liguori.
Le opere sono visibili online dal 9 luglio, ma sarà solo il 23 e 24 ottobre – al
Palacongressi di Rimini, durante l’evento
Z!ng – Zone of Innovation and Growth – che quattro di questi artisti saranno selezionati per la fase finale del premio. Lì, tra visioni strategiche, talk e performance, arte e impresa si incontreranno ancora una volta per tracciare rotte comuni, suggerire nuovi immaginari e affrontare le sfide del presente con lo sguardo di chi sa leggere il futuro, captare il cambiamento, anticipare le necessità del nostro tempo.
(Foto: Foto di Var Group)