L’Italia ha la più alta percentuale di
creator a tempo pieno in Europa, il 35%, rivelando così un profondo impegno professionale nel settore. Sono anche i più propensi di tutti a scegliere i brand con cui collaborare sulla base dei valori condivisi
, ben il 62%, mentre sono i meno propensi a dare priorità al compenso, ritenuto il criterio di scelta principale dal
36%. Sette su dieci, inoltre, affermano che la trasparenza nei confronti del proprio pubblico
è il pilastro di comunicazione più rilevante per creare un solido rapporto di fiducia, mentre il 52% opta per l’attenzione alla sostenibilità. E' la fotografia scattata dallo studi
o “Creator Economy 2025” di Kolsquare.
Sul piano dei compensi, il 74% dichiara di guadagnare meno di 5000 euro al mese grazie alla propria attività, mentre il 9% incassa tra 5000 e 10000 euro, soglia superata dal 4% degli influencer. La fetta più ampia è rappresentata dal 35% che guadagna meno di 1000 euro mensili. Il gender pay gap colpisce anche questo settore: le donne hanno infatti la doppia probabilità di guadagnare meno di 500 euro al mese rispetto ai colleghi uomini.
Anche la sofferenza rispetto al sistema legislativo è un tratto distintivo dei creator italiani, con più della metà che sottolinea quanto le normative siano troppo complesse o limitino la libertà creativa e un 12% che dichiara di non essere a conoscenza delle leggi in materia. A ritenerle utili solo il 22%, il dato più basso nel continente. Per il 47% il futuro del settore è in mano ai micro influencer, sui quali sono previsti ampi investimenti nel prossimo futuro dato che garantiscono maggiore conversione.
“Il complesso quadro che emerge dall’indagine, mette in luce più denominatori
comuni che ovvie differenze strutturali di mercato, a dimostrazione del fatto che in Europa esistono marco-tendenze in crescita che plasmano il settore: il meccanismo dell’affiliazione e la centralità dei micro creator o degli influencer di nicchia. In tutti i Paesi i creator vengono coinvolti con l’obiettivo di ottenere risultati concreti in tempi di incertezza economica e di budget ridotti. La soluzione del cosiddetto affiliate marketing, che trasforma gli influencer in veri e propri ambasciatori sul lungo periodo, è in forte aumento: tre anni fa solo il 50% dei brand voleva integrare l’affiliazione, mentre oggi l’80% delle richieste riguarda questo tipo di collaborazione. Nelle nicchie di interesse e nelle piccole community dentro le quali giace una forte reattività si annida invece la possibilità di convertire le collaborazioni in acquisti. Su queste figure è previsto un ampio aumento di investimenti da parte dei brand soprattutto in Italia e in Germania. Una terza e ultima grande opportunità per il prossimo futuro è rappresentata dalla crescita di nuovi strumenti di monetizzazione integrati nelle piattaforme e dalla vendita attraverso live streaming, intercettando un trend consolidato in Asia” afferma
Federico Spinelli, country manager per l’Italia di Kolsquare.
(Foto: Viktor Hanacek)