Sogefi, società quotata su Euronext STAR Milan e operante nel settore della componentistica per auto (fa parte del gruppo CIR), ha comunicato che nel
primo semestre del 2025 la debolezza del mercato automotive europeo e nordamericano e l'evoluzione dei tassi di cambio hanno determinato una flessione dei
ricavi del 3% a 508,6 milioni di euro rispetto al primo semestre del 2024 e dell'1,2% a tassi di cambio costanti.
Ciononostante, il gruppo ha conseguito risultati operativi e un utile delle attività in continuità in crescita rispetto al primo semestre 2024: l'
EBITDA è ammontato a 69,5 milioni di euro, 67 milioni nel primo semestre 2024, con una crescita dell'EBITDA margin al 13,7%, rispetto al 12,8%; l'
EBIT è ammontato a 32,7 milioni di euro, 27,8 milioni nel primo semestre del 2024, con un EBIT margin pari al 6,4% del fatturato, rispetto al 5,3%; l'
utile netto delle attività in continuità è stato pari a 19,8 milioni di euro, a fronte di 10,8 milioni nel primo semestre del 2024, grazie anche a minori oneri finanziari.
Il
free cash flow (FCF) delle attività in continuità è stato pari a 15,2 milioni di euro, rispetto a un FCF di 20,7 milioni nel primo semestre 2024, che includeva flussi positivi non ricorrenti derivanti dal saldo delle partite intercompany preliminari alla vendita della Filtrazione. L'
indebitamento netto al 30 giugno 2025, dopo il pagamento di dividendi per 17,9 milioni, era pari a 59,3 milioni (55,0 milioni al 31 dicembre 2024) e a 19,3 milioni senza considerare i debiti per diritti d'uso secondo il principio IFRS16.
Sogefi, per il
2025,
conferma la previsione di un calo dei propri ricavi mid-single digit e di un EBIT margin in leggera crescita rispetto a quello registrato nell'esercizio 2024, escludendo eventuali oneri non ricorrenti ed eventi/circostanze nuove che impattino negativamente il mercato automotive. In particolare, tali previsioni non incorporano, in quanto di difficile previsione, gli
effetti della guerra commerciale in corso sull'economia mondiale e sulla produzione di automobili, non potendosi tuttavia escludere un abbassamento dei volumi a partire dai prossimi mesi maggiore di quello già attualmente previsto.