Il
Ministero delle Imprese e del Made in Italy, come già annunciato dal ministro
Adolfo Urso, ha convocato un primo incontro con le organizzazioni sindacali in merito all’operazione di acquisizione di Carrefour Italia da parte del gruppo
NewPrinces (ex Newlat). La riunione, in programma mercoledì
30 luglio al Mimit, delineerà le tappe di approfondimento del nuovo piano industriale e le modalità di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
Intanto il CFO dell'azienda,
Fabio Fazzari,
ha dichiarato che la campagna di acquisizioni di NewPrinces, che in un solo anno l'ha fatta passare da 750 milioni a 6,9 miliardi di euro di fatturato, potrebbe non fermarsi a Carrefour Italia. "Il mercato dell'M&A non è qualcosa che si può controllare. Se troveremo un'opportunità interessante, cercheremo di coglierla. Dopo tre acquisizioni fatte quest'anno abbiamo il profilo finanziario per farne altre se si presenteranno opportunità", ha detto Fazzari nella conference call di presentazione dell'acquisizione.
A
Piazza Affari il titolo NewPrinces ha limitato le perdite al -9,35% dopo che durante la giornata il prezzo era sceso di più del 15%.
L'
accordo per l'acquisizione di Carrefour Italia, controllata italiana del primo distributore alimentare europeo, prevede un equity value pari a 1 euro. In base all'accordo, che comprende anche 420 milioni di euro di beni immobiliari secondo quanto spiegato durante la call, l'
enterprise value è stato fissato a 1 miliardo di euro. Il Piano di investimenti prevede anche il rilancio del marchio GS in Italia con un rinnovato posizionamento valoriale e commerciale: il gruppo ha infatti fatto sapere che il marchio Carrefour verrà mantenuto per tre anni e poi verrà ripristinato il marchio
GS, quello di una società venduta a Carrefour nel 2000 che decise nel 2010 di eliminarlo per sostituirlo con Carrefour Market.
L'
asset acquisito comprende una rete di oltre
1.000 punti vendita in Italia, distribuita in regioni ad elevata densità demografica (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Toscana), e con formati che spaziano dal negozio di prossimità alle grandi superfici e una market share del 4% nel mercato della distribuzione del largo consumo. Si tratta del primo operatore food in
termini occupazionali con
13.000 operatori diretti in
Italia e più di
18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne.