Euro digitale, Scotti (Banca d’Italia): "progetto strategico per sovranità monetaria e pagamenti sicuri"

Pubblicato il 24/07/2025
Ultima modifica il 24/07/2025 alle ore 14:57
Teleborsa
L’euro digitale rappresenta una "svolta strategica" per l’Europa e una risposta diretta alla crescente dipendenza da operatori extraeuropei nei pagamenti digitali. Lo ha sottolineato Chiara Scotti, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia, durante la sua audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Scotti ha evidenziato che i pagamenti digitali hanno ormai superato il contante in Italia, che è sceso al 49% del valore delle transazioni al dettaglio nel 2024. L’euro digitale – che affiancherà il contante – garantirà ai cittadini uno strumento di pagamento gratuito, sicuro e accessibile, con un’infrastruttura europea progettata per assicurare resilienza anche in caso di blackout o disastri naturali.

"Tra il 2019 e il 2024, in Europa la quota di pagamenti online (e-commerce) è salita dal 18 al 36% in valore e dal 7 al 21% nel numero; in Italia, rispettivamente dal 16 al 38% e dal 6 al 24%. Per questi pagamenti, il contante non è un’opzione e si usano soprattutto sistemi non europei come PayPal, Visa e Mastercard. La Corte dei Conti Europea indica che il 40 per cento dei pagamenti e-commerce è regolato con carte, per le quali la quota di mercato combinata di Visa e Mastercard è del 90 per cento%", ha sottolineato.

"Questa dipendenza da attori stranieri può compromettere l’autonomia strategica e la sovranità monetaria europea – ha aggiunto –. Allo stesso tempo, penalizza le banche e i commercianti europei che pagano elevati costi di accesso ai servizi di pagamento". Per questo motivo Scotti ha dichiarato che "l’euro digitale è la risposta dell’Eurosistema: un’opzione di pagamento pubblica, sicura, istantanea, rispettosa della privacy, accessibile a tutti e utilizzabile ovunque nell’area euro".

Il progetto, in fase preparatoria fino a fine 2025, prevede la definizione delle regole di utilizzo, l’individuazione dei fornitori tecnologici e un tetto massimo di detenzione per preservare la stabilità del sistema bancario. La BCE, insieme alle banche centrali nazionali, deciderà entro la fine dell’anno se avviare la fase successiva, mentre il Consiglio europeo sta accelerando l’iter legislativo per approvare il regolamento che introdurrà formalmente l’euro digitale.

Nella stessa audizione, Scotti ha messo in guardia sui rischi legati alle cripto-attività e alle stablecoin, che pur rappresentando solo il 7% della capitalizzazione globale del comparto, "possono generare rischi sistemici in caso di crisi di fiducia". La Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia ha fatto sapere che in Italia, al 31 dicembre 2024, i virtual asset service provider gestivano oltre 2,6 miliardi di euro di cripto-attività per circa 1,6 milioni di clienti.

Il regolamento europeo MiCAR, entrato in vigore a fine 2024, ha rafforzato la vigilanza su questi strumenti, attribuendo a Banca d’Italia e Consob poteri distinti per garantire stabilità patrimoniale, trasparenza e tutela degli investitori. "Accanto a regole sull’offerta al pubblico e sulla prestazione di servizi (ad esempio, custodia, scambio e gestione di piattaforme di negoziazione), MiCAR prevede requisiti specifici per gli emittenti di stablecoin in materia di capitale, governance, trasparenza, tutela dei clienti e separazione patrimoniale, tra cui norme sulla composizione e gestione della riserva di attività sottostanti", ha spiegato.

Scotti ha ribadito l’impegno dell’Istituto per sostenere l’innovazione digitale nei servizi finanziari attraverso iniziative come la Sandbox regolamentare e il Milano Hub.

"La sola leva regolamentare non basta – ha però concluso –. Non possiamo pensare di governare la trasformazione digitale unicamente attraverso divieti o vincoli normativi. Serve una risposta sistemica, lungimirante e in grado di offrire strumenti di pagamento digitali sicuri, efficienti e accessibili, senza compromettere il ruolo centrale della moneta pubblica. Il progetto dell’euro digitale nasce esattamente da questa esigenza. Parallelamente, è essenziale rafforzare le competenze finanziarie e digitali dei cittadini, affinché siano in grado di muoversi con consapevolezza nel nuovo ecosistema, cogliendo le opportunità dell’innovazione e comprendendone i rischi".