Con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, il
Senato ha approvato la riforma costituzionale che introduce la separazione delle
carriere dei magistrati. Il sì è stato salutato dalla premier Giorgia Meloni con soddisfazione, in particolare esulta Forza Italia che ha dedicato il passaggio a Silvio Berlusconi, primo a portare il tema nel dibattito politico.
Di segno completamente opposto il giudizio di tutte le opposizioni che si preparano al referendum, che si terrà presumibilmente nella primavera del prossimo anno.
Dunque, l'Aula di Palazzo Madama ha approvato il ddl nel testo licenziato dalla Camera, il che implica che la seconda lettura confermativa delle due Camere - attesa in autunno - n
on modificherà la riforma."L'approvazione della riforma costituzionale della giustizia - ha scritto sui soci
al Meloni - segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione". "Oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all'Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente". Sulla stessa linea il
Ministro Nordio che definisce il ddl "un passo molto importante verso l'indipendenza della magistratura da se stessa, dalle sue correnti e anche un balzo gigantesco verso l'attuazione del processo accusatorio voluto da Giuliano Vassalli". Il partito che ha rivendicato maggiormente il passaggio è stato Fi che ha dedicato il sì a Silvio Berlusconi.
Sponda Pd Dario Franceschini paventa, invece, "un boomerang": Il Csm dei soli Pm, "separato, autonomo, autogestito, dai confini ignoti" farà dei Pm "dei superpoliziotti", il che conduce "a un rischio ignoto".
(Foto: Per gentile concessione dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi)