Consob, società quotate sempre più attente alla sostenibilità

Dichiarazione Non Finanziaria sempre più usata anche su base volontaria
Pubblicato il 21/07/2025
Ultima modifica il 21/07/2025 alle ore 14:09
Teleborsa
Le società italiane quotate sono sempre più attente alla sostenibilità e disposte ad integrare i temi ESG - Environmental, Social and Governance - nell'ambito della propria governance e della definizione delle strategie aziendali. Ma è intervenuta anche una graduale evoluzione dell’informativa finanziaria volta a includere gli impatti del cambiamento climatico. Lo rivela il settimo rapporto della Consob sulla rendicontazione non finanziaria delle società quotate in Borsa.

Le Dichiarazioni Non Finanziarie pubblicate nel corso del 2024 rappresentano gli ultimi documenti pubblicati ai sensi della NFRD, la precedente direttiva europea, e della relativa disciplina nazionale di recepimento. La disciplina del reporting di sostenibilità è stata oggetto di un profondo intervento di revisione ad opera delle istituzioni europee, con l’adozione della Direttiva 2022/2464/UE (Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD), recepita in Italia con il d.lgs. 125/2024. La pubblicazione delle nuove rendicontazioni di sostenibilità nel 2025, dunque, segnerà il passaggio al nuovo regime introdotto dalla CSRD.

DNF sempre più diffusa anche su base "volontaria"

Nel 2024, 150 società con azioni ordinarie quotate sul mercato Euronext Milan (Exm) hanno pubblicato una dichiarazione non finanziaria o DNF. Questo ha rappresentato il 72% del totale delle 208 società quotate a fine 2023 (97% in termini di capitalizzazione complessiva di mercato). Di queste, 144 erano obbligate dalla normativa vigente, mentre sei lo hanno fatto su base volontaria.

Un processo che coinvolge gli stakeholders e il Board

Tutte le società hanno svolto un'analisi per individuare le tematiche rilevanti riportate nella Dichiarazione Non Finanziaria (analisi di materialità). In questo processo, è diminuita rispetto all’anno precedente la percentuale delle società che hanno coinvolto le strutture o gli organi interni (pari al 77,9% a fronte dell’82,4% della rilevazione precedente) e, tra questi, i top manager (50,8% a fronte del 56,3%) nell’individuazione dei temi materiali. Tuttavia, si registra un maggiore coinvolgimento degli stakeholder esterni, il punto di vista dei quali è stato preso in considerazione per l’individuazione dei temi materiali dal 73% degli emittenti, rispetto al 70% nel 2023 e al 66% nel 2022.

Il Consiglio di amministrazione è stato coinvolto a valle del processo di analisi di materialità nel 72% dei casi, segnando un aumento di oltre 5 punti percentuali rispetto all'anno precedente e raggiungendo il massimo dal 2019 (primo anno di rilevazione).

Lavoro e clima al top

Il 27% delle società ha riportato connessioni tra la lista dei temi rilevanti e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), con particolare attenzione agli obiettivi n. 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) e n. 13 (Agire per il clima). Il Rapporto evidenzia anche che circa l’81% delle società ha fornito informazioni sui propri obiettivi di sostenibilità e il 27% ha citato obiettivi legati alla transizione climatica.

La sostenibilità cambia la governance e le strategie

Dal rapporto emerge che l'82% delle società che hanno pubblicato la DNF ha istituito un comitato di sostenibilità (il 75% nel 2023 ed il 70% nel 2022), evidenziando una crescente rilevanza dei temi ESG nelle discussioni in seno al Board. Questa evidenza si accompagna ad un aumento dei riferimenti ai temi ESG e agli SDG nei Piani strategici, rilevato negli abstract pubblicati da 67 società.

Con riguardo alle politiche in materia di remunerazione, nel 2024 le società con azioni ordinarie quotate su Exm che hanno integrato fattori non finanziari nei compensi variabili degli amministratori delegati sono state 151 (in crescita rispetto alle 137 rilevate nel 2023), con una quota della remunerazione variabile legata ai fattori ESG in media pari al18,8% per la remunerazione di breve periodo e al 20,6% per quella di lungo periodo.

La centralità delle politiche per il clima

In un Addendum del Rapporto sono esaminate, per la prima volta, le informazioni sul clima contenute nei bilanci pubblicati nel 2024 dalle 32 società del FTSE MIB, di cui 20 società non finanziarie e 12 società finanziarie, rappresentative di circa il 75% degli emittenti
quotati in termini di capitalizzazione. L'analisi mostra un progressivo adeguamento dell'informativa finanziaria riportata in
bilancio dalle società quotate di maggiori dimensioni, al fine di riflettere gli effetti del cambiamento climatico e della transizione
verso un’economia a zero emissioni nette, pur permanendo delle significative aree di miglioramento.