Trasporto merci in Italia: un viaggio ad alto rischio

Pubblicato il 30/06/2025
Ultima modifica il 30/06/2025 alle ore 18:04
Teleborsa
"Ogni giorno in Italia viaggiano su gomma tra 2,8 e 3 milioni di tonnellate di prodotti, pari all’87,4% del valore complessivo delle merci trasportate. Un flusso vitale per l’economia e la vita quotidiana, che però nasconde una criticità crescente: il danneggiamento delle merci durante il trasporto". È quanto riportato in una nota di Serpac, società specializzata nella progettazione, sviluppo e vendita di imballaggi ed etichette per il trasporto di merci pericolose

Serpac sottolinea che imballaggi inadeguati, carichi mal ancorati o mezzi non idonei possono causare perdite economiche rilevanti lungo la filiera, con impatti anche sui consumatori. Particolare attenzione viene riservata al trasporto di merci pericolose – come sostanze chimiche, batterie e materiali tossici o infiammabili – che richiedono soluzioni altamente specializzate e conformi alle normative di sicurezza.

"In Italia le merci pericolose costituiscono il 5,4% del totale movimentato, ma spesso vengono trasportate con veicoli obsoleti, senza l’equipaggiamento ADR richiesto e privi delle moderne tecnologie di sicurezza. Per non parlare dei materiali edili o delle attrezzature, beni questi ultimi, soggetti a danni durante le fasi di carico, scarico e movimentazione", spiega l’esperto Ermanno Vicini Ceo di Serpac.

"Ci sono certi prodotti di uso comune come le batterie al litio, gli smalti e i profumi, che sono considerati merce pericolosa ai fini del trasporto e devono essere movimentati seguendo specifiche normative a seconda della quantità e della tipologia di trasporto utilizzata. Un imballaggio non conforme a quanto richiesto dai regolamenti – ribadisce Vicini - un ancoraggio errato del carico o semplicemente la segnalazione errata dei prodotti trasportati, possono tradursi in perdite significative per le aziende che in caso di controlli sono soggette a sanzioni e fermi merce. In caso di incidente, inoltre, le conseguenze ambientali e per la salute pubblica possono essere molto gravi".

La maggior parte dei sinistri nel trasporto di merci pericolose, oltretutto, sono attribuibili a una pianificazione carente e imballaggi non conformi alle richieste dei regolamenti in merito al trasporto. "Molti prodotti – sottolinea Vicini - sono inseriti in imballaggi insufficienti o non progettati per resistere alle sollecitazioni del viaggio e al tipo di merce contenuta. Un errato fissaggio del carico, la mancata messa in sicurezza dello stesso all’interno dei veicoli può causare spostamenti durante il tragitto, provocando urti e rotture".

I dati delle società assicurative - continua la nota - delineano il fenomeno: negli ultimi anni sono stati analizzati oltre 240.000 sinistri nel settore delle spedizioni, anche marittime, con un valore complessivo di circa 9,2 miliardi di euro. I danni da trasporto sono stati la causa più frequente di perdita, seguiti da incendi ed esplosioni. Ma come si può arginare questa problematica che impatta su nostro sistema economico produttivo?

Prima di tutto ci si può affidare alla tecnologia con l’utilizzo dei sensori IoT (Internet of Things) che permettono di controllare in tempo reale temperatura, umidità e condizioni del carico. Questi strumenti possono inviare allarmi immediati in caso di problemi, consentendo un intervento tempestivo. Ma ci sono anche altri sistemi, sempre molto utili.

"A proposito di sistemi di fissaggio del carico, recentemente stanno dando degli ottimi risultati anche degli speciali airbag. Si tratta di cuscini gonfiabili ideali per mettere in sicurezza le merci e riempire gli spazi vuoti tra i pallet durante il trasporto. Una volta posizionati – chiarisce il Ceo di Serpac - è sufficiente riempirli con aria compressa e da quel momento sono in grado di prevenire i movimenti e assorbire eventuali impatti. Questi airbag assicurano una maggiore sicurezza agli operatori durante lo scarico e sono la soluzione più economica per garantire una protezione del carico ad alta tenuta e resistenza potenziando e implementando l’efficacia dei tradizionali sistemi di fissaggio del carico come le cinghie.

Ma anche la formazione gioca un ruolo chiave, infatti, Vicini conclude, "serve una maggiore formazione degli operatori coinvolti nella gestione di merce pericolosa. Una parte consistente del problema, infatti, deriva dalla scarsa preparazione e dalla sottovalutazione delle normative internazionali che regolamentano la movimentazione di questo tipo di merce. È fondamentale non improvvisare, ma seguire le normative che sono molto stringenti e specifiche in merito al tipo di imballaggio da adottare in caso di trasporto di merci pericolose. Questi devono per la maggior parte dei casi essere omologati e testati per poter contenere la merce che si deve movimentare".