Alta tensione nel governo sulle tasse: se da un lato il Meloni ribadisce l'intenzione di concentrare gli sforzi sul
taglio dell'Irpef (idea che piace anche ad Antonio Tajani) dall'altro
Matteo Salvini è in pressing su pace fiscale e rottamazione delle cartelle, definita non solo "una priorità" m
a "una emergenza".Un braccio di ferro che va avanti da tempo e torna manifesto sullo sfondo amichevole degli Stati generali dei commercialisti, dove la premier ha partecipato a sorpresa ieri, e si sviluppa poco più tardi con la nota fatta filtrare dal leader leghista con in corso un vertice di governo a Palazzo Chigi focalizzato sul nodo del fine vita.
Davanti alla calorosa platea che la accoglie con uno standing ovation
, Meloni ribadisce che il "Fisco che deve aiutare e non opprimere" rivendicando i risultati "migliori della storia nella lotta all'evasione". E una promessa: la riforma dell'Irpef "non è finita: intendiamo concentrarci sul ceto medio". Se ne parla da almeno un anno. L'obiettivo di Palazzo Chigi lo ricorda il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, un taglio sulle aliquote dei redditi da 28mila a 50-60mila euro. In platea c'è il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. In scaletta è previsto un suo intervento ma va via prima: "A
bbiamo ancora due anni e mezzo", risponde a chi gli domanda dell'Irpef.
Ed è nel perimetro tracciato dalla Meloni che si inserisce Salvini dettando una nota in controtendenza con gli annunci della premier: "Per la Lega e per il governo una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l'economia del Paese, sono una priorità, anzi una emergenza".
Intanto
Forza Italia alza le barricate sull'ipotesi di un terzo mandato dei governatori.