Siderurgia, chimica, energie rinnovabili e settore automotive sono stati al centro dell'incontro tenutosi a Palazzo Piacentini tra il
ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la
vicepresidente esecutiva della Commissione europea, nonché commissaria per la transizione giusta, pulita e competitiva, Teresa Ribera Rodriguez.Ampio spazio – fa sapere il Mimit in una nota – è stato dedicato al dossier ex Ilva. Urso ha ribadito l'impegno del Governo verso la
piena decarbonizzazione del sito di Taranto e l'obiettivo di fare dell'Italia il primo produttore europeo di acciaio green. Il ministro ha, inoltre, sottolineato a Ribera l'importanza delle proposte congiunte con Francia e Spagna per un
Piano europeo dell'acciaio e dei metalli, ricordando anche l'iniziativa avviata con la Polonia per una revisione tempestiva e sostanziale del meccanismo CBAM per tutelare in modo efficace la produzione green euopea. In tale contesto, ha evidenziato la necessità di stimolare la domanda di acciaio a basse emissioni e favorire la circolarità dei rottami metallici.
Sul fronte della chimica, Urso ha evidenziato l'urgenza di un approccio equilibrato che non penalizzi la chimica tradizionale, ma ne accompagni l'evoluzione verso la chimica verde e la biochimica. "Questa transizione – ha dichiarato il ministro – non può essere subita. Deve essere guidata con coraggio, con scelte rapide e strumenti concreti per dare all'Europa un'industria forte, autonoma e competitiva. Solo così potremo affrontare le trasformazioni in atto garantendo nel contempo ambiente e impresa, salute e lavoro, quindi crescita e occupazione"-
In quest'ottica, Urso ha richiamato anche la
visione strategica di Transizione 5.0, evidenziando la possibilità di valutare, in accordo con la Commissione, modalità e tempistiche più efficaci per l'utilizzo delle risorse disponibili.
Per quanto riguarda l'energia, è stata ribadita l'urgenza di definire un quadro regolatorio chiaro e stabile, che consenta a Stati e imprese di pianificare investimenti di lungo periodo.
Analizzate le
potenzialità dell'industria italiana sul fronte delle energie rinnovabili e approfondito il caso di 3Sun a Catania, realtà leader nella produzione di pannelli solari, su cui oggi pesa la concorrenza sleale internazionale. Un esempio emblematico di come, in assenza di azioni coordinate a livello europeo, la transizione possa indebolire anziché rafforzare l'industria continentale. "Le condizioni geopolitiche ed economiche stanno cambiando profondamente – ha affermato
Urso – ed è necessario costruire una vera autonomia strategica europea nella produzione di energia da fonti rinnovabili".
Infine, sul
comparto automotive, Urso ha ribadito che la transizione ecologica potrà dirsi compiuta solo se l'Europa saprà sviluppare al proprio interno una solida capacità produttiva di batterie elettriche, sottolineando il
ruolo strategico delle Gigafactory che vanno sostenute in modo efficace. "Senza questa garanzia – ha avvertito il ministro – aumenteremmo la dipendenza da attori esterni, perdendo il controllo strategico di una filiera chiave".
Urso ha infine rilanciato la
proposta di modifica del regolamento UE sulla CO2, per includere tutte le tecnologie pulite disponibili, promuovere la piena neutralità tecnologica e introdurre una flessibilità quinquennale, volta a evitare sanzioni e a sostenere l'adattamento industriale.