BCE, crescenti tensioni commerciali incidono sulle prospettive di stabilità finanziaria

Pubblicato il 21/05/2025
Ultima modifica il 21/05/2025 alle ore 10:38
Teleborsa
Un marcato aumento dell'incertezza nelle politiche commerciali, di difesa, di cooperazione internazionale e di regolamentazione potrebbe rivelarsi una sfida per la stabilità finanziaria. Lo ha detto la Banca centrale europea (BCE) nella Financial Stability Review di maggio 2025.

Francoforte evidenzia che frequenti cambiamenti e inversioni nella politica tariffaria, insieme a significativi cambiamenti nel contesto geopolitico, potrebbero avere importanti impatti economici e finanziari. Sebbene gli squilibri macroeconomici globali rimangano una questione di lunga data nel dibattito politico, "non è chiaro se i dazi siano lo strumento politico più adatto per affrontarli", viene sottolineato.

"Le crescenti tensioni commerciali e i relativi rischi al ribasso per la crescita economica stanno incidendo sulle prospettive di stabilità finanziaria", ha affermato il Vicepresidente della BCE Luis de Guindos.

Il significativo aumento dell'incertezza nelle politiche commerciali e delle tensioni commerciali ha innescato forti picchi di volatilità sui mercati finanziari e aumentato il rischio di un rallentamento economico.

Sebbene gli asset rischiosi abbiano recuperato completamente le perdite iniziali a metà maggio, i mercati sono ancora molto sensibili alle notizie relative ai dazi, sottolinea la BCE. I mercati azionari, in particolare, rimangono vulnerabili ad aggiustamenti improvvisi e bruschi, poiché "le valutazioni sono ancora elevate e persistono preoccupazioni sulla concentrazione del rischio". In un contesto di elevata volatilità del mercato, potrebbero emergere debolezze in termini di liquidità e leva finanziaria delle non-banche dell'area euro, amplificando gli shock di mercato.

Secondo l'analisi, l'area euro è "un'economia molto aperta" e le tensioni commerciali colpiranno le aziende che dipendono dal commercio estero, con potenziali effetti a catena sulle famiglie qualora le vulnerabilità aziendali legate al commercio venissero alla luce e si traducessero in licenziamenti. In tale contesto, l'esposizione al rischio di credito potrebbe aumentare per le banche e non-banche dell'area euro, sebbene la capacità delle banche di assorbire un ulteriore deterioramento della qualità degli attivi dovrebbe essere supportata da una solida redditività e da consistenti riserve di capitale e liquidità.

Sebbene il rapporto debito sovrano/PIL nell'area dell'euro sia diminuito considerevolmente dopo l'impennata registrata durante la pandemia, i fondamentali di bilancio rimangono fragili in alcuni paesi, si legge nel rapporto. I piani per aumentare la spesa per la difesa hanno il potenziale di stimolare la crescita economica se focalizzati sugli investimenti produttivi, ma potrebbero anche comportare rischi, dato il maggiore fabbisogno di emissioni in un periodo di aumento dei costi di finanziamento. Questa maggiore spesa per la difesa, unitamente alla crescita più debole e ad altre sfide strutturali, come quelle poste dai cambiamenti climatici, dalla digitalizzazione e dall'invecchiamento demografico, potrebbe aggravare le già difficili posizioni di bilancio di alcuni governi dell'area dell'euro.

Nell'attuale contesto macrofinanziario e politico di elevata incertezza, la BCE sostiene che preservare e rafforzare la resilienza del sistema finanziario è fondamentale. In tale contesto, "le autorità macroprudenziali dovrebbero mantenere i requisiti di riserva di capitale e le misure basate sui mutuatari esistenti per garantire solidi standard di prestito - viene affermato - Inoltre, la crescente presenza sul mercato e l'interconnessione del settore non bancario richiedono un insieme completo di misure politiche che aumenteranno la resilienza del settore dell'intermediazione finanziaria non bancaria. Tale resilienza in tutto il settore contribuirebbe anche a promuovere l'integrazione dei mercati dei capitali dell'area euro".