Il
Salone del Libro di Torino torna con la sua
37esima edizione e si conferma, ancora una volta, un luogo di incontro libero tra scrittori, editori e lettori, dove – come ricorda la direttrice Annalena Benini – "
la cultura non è di destra né di sinistra".
Alla vigilia dell’apertura, avvenuta ieri, mercoledì 14 maggio, Benini appare serena e rilassata, pronta ad accogliere un pubblico variegato e numeroso. Le polemiche, almeno per ora, restano fuori dalle porte del Lingotto. "Non inseguire i numeri ci rende più sereni e anche più attenti a quello che facciamo", afferma. Dopo il record di
222.000 visitatori nel 2024, il clima resta comunque ottimista. Nel programma che ha curato,
trovano spazio voci e idee di ogni orientamento, con un’attenzione particolare all’
attualità ma senza pregiudizi o censure, nemmeno in tempi di conflitti. "Diamo spazio all’incontro, anche tra punti di vista diversi", sottolinea.
Presenti anche,
Silvio Viale (presidente dell’Associazione Torino la Città del Libro) e
Piero Crocenzi (amministratore delegato di Salone Libro), che hanno illustrato i numeri della nuova edizione:
1.225 marchi editoriali distribuiti in 980 stand, con un’attenzione particolare alla qualità degli spazi e dei servizi per rendere la visita più fluida e piacevole per tutti.
Tra le novità, una
nuova sezione dedicata a bambini e ragazzi – Crescere – e il Premio Ernesto Ferrero - Fondazione Crt, dedicato ai piccoli editori. Non mancheranno musica, eventi dal vivo e letture che intrecciano generi e linguaggi.
Annalena Benini ricorda con emozione alcuni appuntamenti chiave:
la lezione inaugurale della scrittrice francese Jasmina Reza, il ritorno di Scott Turow dopo 40 anni con Presunto colpevole, il dialogo tra il cardinale Zuppi e Ligabue, Emmanuel Carrère che racconta Philip Roth, e Valérie Perrin.Particolarmente significativo anche l’incontro della
presentazione di Caroline Darian, figlia di Gisèle Pelicot, da parte della stessa Benini, che ha scelto la via del processo pubblico per raccontare gli abusi subiti. "Un atto di grande coraggio – sottolinea la direttrice – perché sposta il peso della vergogna".
"Sarà
una festa dell’incontro, della lettura, della parola. E siamo onorati della risposta che abbiamo ricevuto da autori e autrici di tutto il mondo", conclude Annalena Benini.