Osservatorio sulle Comunicazioni, AGCOM: nel 2024 crescono ascolti TV e calano vendite quotidiani

A dicembre 44,695 milioni di utenti in rete, più news on line. Accessi fibra FTTH +1,23 milioni su anno, rame -700mila
Pubblicato il 15/05/2025
Ultima modifica il 15/05/2025 alle ore 16:38
Teleborsa
Crescono gli ascolti TV e calano vendite quotidiani, aumentano gli accessi FTTC a fronte di una contrazione delle linee in rame e continua la crescita del consumo di dati. In calo i visitatori delle piattaforme online di e-commerce così come gli utenti dei social network. Crescono, invece, gli utenti delle piattaforme che offrono servizi di video on demand a pagamento. Nel settore postale, la dinamica dei ricavi nel 2024 delle principali imprese presenti sul mercato registra una crescita del 2,9% rispetto al 2023. Queste, in estrema sintesi, le principali evidenze che emergono dall'Osservatorio sulle Comunicazioni relativo all'intero anno 2024 pubblicato oggi dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

COMUNICAZIONI ELETTRONICHE: ACCESSI FIBRA FTTH +1,23 MILIONI SU ANNO, RAME -700MILA

A dicembre 2024 nella rete fissa gli accessi complessivi su base trimestrale non mostrano variazioni di rilievo, e rimangono attestate intorno ai 20,26 milioni di linee. Le linee in rame si sono ridotte di circa 178 mila unità su base trimestrale e di poco meno di 700 mila rispetto al dicembre 2023, mentre nell'ultimo quadriennio sono diminuite di 4,30 milioni di unità. Nonostante la flessione su base annua (-705 mila linee), gli accessi FTTC rappresentano il 45% della base clienti complessiva. Quelli FTTH crescono su base trimestrale di oltre 330 mila unità e di 1,23 milioni su base annua mentre, rispetto a dicembre 2020, l'incremento è di quasi 4 milioni di linee. In aumento, anche se in misura più contenuta (circa 251 mila unità su base annua), risultano le linee Fixed Wireless Access che, alla fine dello scorso dicembre, risultavano stimate in circa 2,37 milioni di accessi. Le linee broadband e ultrabroadband complessive sono stimate in circa 18,86 milioni di unità. Analizzando nel dettaglio la loro composizione, emerge che le linee DSL risultano in riduzione sia su base annua, di poco meno di 1 milione di unità, sia su base trimestrale (-574 mila unità); quest'ultimo andamento va attribuito, oltre al fisiologico processo di sostituzione tecnologica in atto già da tempo ed evidenziato nelle precedenti edizioni dell'Osservatorio, anche all'effetto di specifiche rimodulazioni nelle offerte operate da TIM. Per ciò che riguarda le linee offerte tramite tecnologie maggiormente performanti (linee ultrabroadband), si registra una crescita sia su base annua, di 812 mila unità, sia su base trimestrale, di 233 mila unità, attestandosi su un volume pari a 17,43 milioni di linee. Le dinamiche illustrate indicano un ulteriore aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzata rispetto ai periodi precedenti: il peso delle linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s è salito, tra il dicembre 2020 e quello 2024 dal 52,6% al 79,3%. Da evidenziare la crescita del peso delle linee commercializzate con capacità trasmissiva =1GB/s, passato dall'8,7% al 28,4% nel periodo 2020-2024.

Continua la crescita del consumo di dati. In termini di volume complessivo, il traffico medio giornaliero nel corso del 2024 ha segnato una crescita del 13,8% rispetto al 2023 e del 65,2% rispetto al corrispondente valore del 2020. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband; i dati unitari di consumo, infatti, sono aumentati del 55,9% rispetto al 2020, passando da 6,08 a 9,48 GB per linea in media al giorno.

Per ciò che riguarda gli accessi broadband e ultrabroadband, a fine dicembre 2024, Tim si conferma il maggiore operatore con il 34,4% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,2% e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,7% ed il 13,5%; seguono Sky Italia (4,0%), Eolo (3,7%) e Tiscali (3,2%). Tra i principali player presenti sul mercato, Sky Italia è quello che ha mostrato, su base annua, il maggiore dinamismo guadagnando 0,6 punti percentuali. In crescita (+2,9 punti percentuali) anche gli operatori di minori dimensioni che si valuta rappresentino poco più del 10% del mercato.

Relativamente al segmento delle linee in fibra (FTTH), complessivamente in crescita del 26,6% rispetto a dicembre 2023, Tim detiene il primo posto con il 26,5% degli accessi, ed è seguita da Vodafone (16,9%), Wind Tre (16,8%), Fastweb (15,0), Iliad (6,0%), Sky Italia (5,6%) e Tiscali (2,6%).

Nella rete mobile, a fine dicembre 2024, le sim attive (Human e M2M) sono 109,2 milioni, in crescita di poco più di 680 mila unità su base annua. Più in dettaglio, le sim M2M crescono di 462 mila unità, mentre le linee Human (cioè, "solo voce", "voce+dati" e "solo dati" che prevedono iterazione umana) mostrano una crescita di circa 222 mila sim. Le linee Human sono rappresentate per l'86,2% dall'utenza residenziale, mentre, con riferimento alla tipologia di contratto, poco oltre il 90% dei casi ricade nella categoria "prepagata".
Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 26,8%, seguita da Vodafone (26,4%), Wind Tre (23,7%), Iliad (10,7%), PostePay (4,0%) e Fastweb con il 3,8%.

Considerando il solo segmento delle sim "human", Wind Tre risulta il principale operatore con il 23,9%, seguita da Tim (23,1%), Vodafone (21,0%) e Iliad che, con una crescita di 1,1 punti percentuali su base annua, raggiunge il 14,8%; con quote inferiori seguono PostePay (5,5%), Fastweb (5,2%) e CoopVoce (2,8%). Sono valutabili in circa 58,8 milioni le sim "human" che hanno prodotto traffico dati nel corso dei del 2024, valore superiore di circa 2,3 milioni di unità rispetto al 2020. Nel corso del 2024 il traffico dati giornaliero della telefonia mobile è cresciuto su base annua dell'11,4% e di oltre il 140% rispetto al 2020. Corrispondentemente, il consumo medio unitario giornaliero è stimabile in circa 0,86 GB, in crescita del 11,4% rispetto al 2023. Tale valore risulta superiore di oltre il 140% rispetto al 2020, quando il consumo giornaliero di dati risultava stimabile in 0,36 GB.

CALA AUDIENCE MEDIA TELEGIORNALI, SALE TG LA7


Per quanto riguarda le principali edizioni dei telegiornali della fascia oraria 12:00-14:30, si può notare una flessione del tempo speso dagli utenti che passa da 201 milioni di ore nel giorno medio del 2023 ad oltre 193 milioni di ore in media nel 2024. Tale dinamica si conferma anche in termini di ascolti raggiunti dalle singole edizioni dei Tg con una vocazione generalista e notizie prevalentemente nazionali, con alcune importanti eccezioni, a fronte invece di un'evoluzione in controtendenza del TGR. Nel dettaglio, il telegiornale più visto è il Tg1 delle 13:30 (oltre 3 milioni di ascoltatori e una flessione del -4,4% su base annua), seguito dal Tg5 delle 13:00 (oltre 2 milioni di telespettatori e un decremento del 6,8%) e dalle edizioni delle 14:00 del TgR (trasmesse su Rai 3), che raggiunge 2 milioni e 116 mila ascoltatori e, come detto, registra un incremento del pubblico (+2,2%); anche per il Tg La7 delle 13:30 si riscontra, su base annua, un incremento del pubblico di 110 mila telespettatori (+21,3%). Analogamente, il tempo speso dagli italiani nel corso del 2024 nella fruizione delle edizioni serali dei principali telegiornali nazionali (fascia oraria 18:30-21:00) evidenzia, rispetto all'anno precedente, una flessione delle ore complessive spese dagli utenti che passano da 266 nel 2023 ad oltre 257 milioni di ore nel 2024. In analogia alla dinamica del tempo speso, si riscontra, sempre rispetto al 2023, una sostanziale contrazione degli ascolti dei telegiornali che veicolano principalmente notizie nazionali con la sola eccezione di Tg7 della sera che è seguito da oltre 1,2 mila telespettatori in media e presenta un andamento in controtendenza (+18,5% su base annua). Nel dettaglio, il telegiornale più visto rimane il Tg1 delle 20:00 (con 4,2 milioni di ascolti giornalieri; -3,6% su base annua), seguito dal Tg5 delle 20:00 (che ottiene 3,5 milioni di telespettatori, -2,4%). Al terzo posto troviamo il TgR, edizione dedicata prevalentemente a temi dell'informazione locale, che presenta un andamento in controtendenza rispetto al 2023 (+0,5%) mentre il telegiornale edito sempre da Rai 3 (con contenuti informativi prevalentemente di interesse a livello nazionale) ottiene 1,7 milioni di ascolti e risulta in lieve contrazione su base annua (-0,7%). Per quanto riguarda gli altri Tg serali di MFE/Mediaset, gli ascoltatori di Studio Aperto delle 18:30, passano da 517 mila a 501 mila (-3% su base annua); mentre gli ascolti del Tg4 delle 19:00 passano da 558 a 537 mila spettatori giornalieri circa (-3,7%). Ampliando l'arco temporale dell'analisi (2020-2024), emerge come, sia in termini di tempo speso, sia di ascoltatori medi, i livelli delle principali edizioni del giorno e della sera dei telegiornali risultino nettamente inferiori ai livelli registrati nel 2020. Nel dettaglio, esaminando le edizioni dei telegiornali messi in onda nel corso della fascia oraria 12:00-14:30, il tempo dedicato alla loro visione si è contratto del 29,7% negli ultimi 5 anni. Analizzando il numero medio di telespettatori dei singoli programmi, per quanto riguarda i telegiornali della concessionaria del servizio pubblico si osserva una flessione consistente, sia per le edizioni con una vocazione incentrata su contenuti rivolti ad un pubblico nazionale (il Tg1-24%, il Tg2 -34,5% e il Tg3 -41%), sia per le edizioni dedicate principalmente all'informazione locale (il TgR, i cui ascolti si contraggono del 31,3%). Analogamente, gli ascolti dei telegiornali del gruppo MFE/Mediaset evidenziano delle dinamiche negative (Tg5 scende del -21,1%, Studio Aperto del -39,6% e Tg4 del -17,8%). Diversamente da quanto osservato su base annua, considerando un orizzonte di 5 anni, anche gli spettatori medi del Tg La7 mostrano una flessione (-9%) sebbene meno pronunciata degli altri telegiornali analizzati.Con riferimento alla fascia oraria 18:30-21:00, le ore dedicate alla fruizione di tali programmi si riducono del 27,3% rispetto al tempo dedicato alla loro visione nel 2020. Tale dinamica negativa si riscontra anche in termini di numerosità degli ascolti nel giorno medio con una contrazione significativa per tutti i telegiornali salvo che per il Tg7 della sera il cui pubblico è rimasto pressoché costante (-0,3%).

IN CALO ASCOLTI CANALI ALL NEWS, TIENE SOLO FASCIA MATTINO

Anche per i principali canali "all news" (Rai News 24, TGcom24 e Sky TG24) si riscontra una dinamica negativa su base annua del pubblico considerando le diverse fasce orarie.Se è possibile evidenziare una sostanziale stabilità degli ascolti delle edizioni diffuse nella fascia oraria 07:00-09:00, un'evoluzione negativa più rilevante si riscontra nel prime time in corrispondenza della presenza della maggiore offerta informativa dei canali generalisti. Nel dettaglio, Rai News 24 è il canale più seguito se si considera l'intero giorno e le fasce orarie 07:00-09:00 e del prime time; mentre TGcom 24 risulta il più seguito nella fascia 12:00-15:00. Nell'intero giorno è Rai News 24 il canale "all news" che su base annua mostra la flessione maggiormente rilevante (-9,7%). TGCom24 e Sky TG24 registrano, invece, delle contrazioni più contenute, rispettivamente dell'1,9% e dell'1,8%.

VENDITE DEI QUOTIDIANI IN CALO ANCHE NEL 2024

Con riferimento all'editoria quotidiana, si conferma anche nel 2024 la dinamica negativa del comparto che riflette una crisi strutturale già evidenziata negli anni precedenti. Prendendo in esame le copie complessivamente vendute di tutti i quotidiani nel 2024 sul territorio nazionale, pari a 572 milioni di unità (considerando solamente le testate rilevate da ADS circa 1,7 copie medie giornaliere), si osserva una flessione su base annua del 5,5% e del 20,2% rispetto al 2020. Considerando le testate che riportano prevalentemente notizie di interesse nazionale e quelle maggiormente dedicate alle notizie locali, nel confronto con il 2023, i quotidiani appartenenti alla prima categoria hanno registrato una riduzione più ampia su base annua rispetto a quelli della seconda categoria (-7,3% vs -3,1%). Viceversa, ampliando l'analisi al periodo 2020 – 2024, le testate nazionali vedono ridotte le vendite del 15,2% mentre i quotidiani locali registrano, corrispondentemente, una più accentuata flessione del 25,9%. Le copie complessivamente vendute in formato cartaceo pari a 423 milioni (1,3 milioni di copie giornaliere considerando solo il campione ADS) si sono ridotte su base annua del 7,6% (risultavano 457 milioni nel 2023) e del 32,2% rispetto al 2020 quando ne venivano vendute complessivamente 623 milioni di copie (con una media giornaliera di circa 1,7 milioni di copie analizzando solamente le testate rilevate da ADS). Andamento opposto è possibile rilevare per i quotidiani venduti in formato digitale (copia replica della versione cartacea) che registrano una crescita in termini di copie complessive su base annua di 0,8% e del 59,5% considerando un orizzonte temporale di 5 anni. La distribuzione delle copie digitali fra i singoli quotidiani è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: nel 2024, le prime cinque testate in termini di copie digitali (Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, La Repubblica, Il Fatto quotidiano e Gazzetta dello sport) rappresentano, infatti, il 60% delle copie complessivamente vendute. Se si considerano, invece, le copie cartacee delle prime cinque testate (in questo caso il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, La Repubblica, Avvenire e La Stampa) si raggiunge una quota del 32% sul totale delle vendite dei quotidiani in tale formato. Analizzando i quotidiani per "generi" editoriali, i principali cinque quotidiani nazionali che presentano contenuti "generalisti" (in ordine di copie totali vendute: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Avvenire e Il Messaggero) nel 2024 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari all'8,6% rispetto ai corrispondenti volumi del 2023 (tale flessione si amplia al 34,5% con riferimento al 2020). In lieve flessione su base annua risultano le vendite complessive di copie in formato digitale (-3%) mentre crescono del 58,9% rispetto al 2020. Per le altre categorie individuate ("altri quotidiani nazionali generalisti", "quotidiani di informazione economica", "quotidiani di informazione sportiva" e "testate locali con diffusione provinciale, regionale o pluriregionale") si registrano andamenti positivi rispetto al 2020 solo considerando le vendite di copie digitali. Diversamente, su base annua, le copie digitali vendute risultano in flessione per tutte le categorie sopra indicate (-3,9% in media considerando gli altri quotidiani nazionali, le testate di informazione economica e quelle di informazione sportiva) con l'eccezione delle testate con contenuti di informazione locale che risultano nel complesso in crescita (+12,9%). L'analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nel 2024, Cairo/RCS quale principale player sul mercato (18,6% considerando il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), seguito da GEDI con il 12,2% (il dato comprende, al 31 dicembre 2024, 4 testate tra cui La Repubblica, La Stampa, La provincia Pavese e per alcuni mesi Il Secolo XIX) da Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Gazzettino, Il Mattino, Nuovo Quotidiano di Puglia e Corriere Adriatico) e Monrif Group (che sotto il marchio QN-Quotidiano Nazionale comprende Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con l'8% e il 6,6%. Nelle posizioni successive Il Gruppo 24 Ore con il 6,5%, seguito da Nord-est Multimedia che, tenuto conto delle testate di recente acquisizione (Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Corriere delle Alpi, Messaggero Veneto, Il Piccolo), raggiunge una quota del 3,9%; da Roberto Amodei con il 3,6% delle vendite complessive (se si considera Corriere dello Sport e Tuttosport e le rispettive edizioni del lunedì); da Tosinvest/Angelucci che ottiene il 3,4% (considerando Il Giornale, Opinioni nuove – Libero quotidiano e Il Tempo) e dal Gruppo SAE con il 3,2% (che tiene conto delle testate Il Tirreno, La nuova Sardegna, Gazzetta di Reggio, Nuova Gazzetta di Modena, Nuova Ferrara).

PIATTAFORME ONLINE

Analizzando i dati di utilizzo delle principali piattaforme online, nel mese di dicembre 2024, 44 milioni e 695 mila utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di oltre 70 ore e 10 minuti. Ai primi posti della graduatoria si confermano l'insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, META/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti dalle piattaforme afferenti ad alcuni gruppi editoriali e operatori nazionali (GEDI Gruppo editoriale, Cairo Communication/Rcs Mediagroup, Poste Italiane, Finivest/Mondadori). Con riferimento all'andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso dicembre si sono registrati 37 milioni e 221 mila utenti unici, con una crescita del 1,2% (+454 mila visitatori) rispetto a dicembre 2023. Specificamente, con circa 29 milioni e 774 mila utenti unici, quello de "La Repubblica" è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato (+8,3% rispetto al traffico raggiunto a dicembre 2023), seguito da "Corriere della Sera" (27 milioni e 407 mila utenti, -8,6%) e da "il Messaggero" (20 milioni e 824 mila internauti, +1,3%).

L'analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con 38 milioni e 774 mila utenti unici registrati a dicembre 2024, una contrazione di 215 mila visitatori rispetto allo stesso mese del 2023. Nel dettaglio, ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 36 milioni e 139 mila utenti unici (in contrazione del 2,4% rispetto a dicembre 2023), seguite da Temu (PDD Holding) con 17 milioni e 58 mila utenti (+37,1%) e da eBay che ottiene 16 milioni e 317 mila visitatori (-9,5%).

Passando ai portali e communities che offrono in maniera prevalente contenuti generati dai propri membri, fra cui i siti e applicazioni di social network, con oltre 39 milioni di utenti unici raggiunti nel dicembre 2024, si evidenzia un lieve decremento su base annua dei visitatori (-141 mila di soggetti in meno) ma non del tempo da loro dedicato alla navigazione (22 ore e 38 minuti, oltre 1 ora in più rispetto a dicembre 2023). Limitando l'analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo META: Facebook con 35,9 milioni di utenti e Instagram con 32,6 milioni di visitatori che ottengono, se paragonati ai valori di dicembre 2023, una contrazione rispettivamente del 2,7% e dell'1,5%. Anche TikTok (Gruppo Bytedance) registra nel confronto con dicembre 2023 una contrazione dei propri visitatori (-3,9%). Analogamente per Pinterest, LinkedIn e X (precedentemente denominato Twitter) si riscontrano delle dinamiche negative, rispettivamente, del –11,8%; -6,9% e -30%) se si confrontano gli utenti unici raggiunti rispetto a dicembre 2023.

Con riferimento all'andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (VOD) esclusivamente a pagamento, lo scorso dicembre, con 15 milioni e 546 mila navigatori unici, si riscontra una crescita (+453 mila internauti) rispetto ai visitatori raggiunti nel dicembre 2023. In media, nel 2024, Netflix, con 8,2 milioni di utenti unici registra una contrazione del 5,6% rispetto ai visitatori medi registrati nel medesimo periodo del 2023. Segue, Amazon Prime Video i cui siti e applicazioni sono stati consultati da 7,2 milioni di visitatori medi (+7,8% sui valori medi dei primi nove mesi del 2023), Disney+ che raggiunge 3,6 milioni di internauti (+2,4%), Dazn visitato da 2,2 milioni di utenti unici (in deciso aumento del 7%) e, infine, Now (Sky), con visitatori unici medi pari a 1,4 milioni (+18,1%).

Il tempo di navigazione sui principali siti di streaming video che offrono servizi esclusivamente a pagamento, a dicembre 2024, è poco meno di 38 milioni di ore, in contrazione se paragonato al dicembre 2023 (-5,3%). L'analisi delle ore complessivamente trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme da inizio anno, consente di osservare andamenti disomogenei per i principali operatori. Nel dettaglio, Netflix da circa 360 milioni di ore complessive realizzate nel 2023 registra una riduzione e passa a 337 milioni di ore nello stesso periodo del 2024. Andamenti opposti si evidenziano nel tempo dedicato alla consultazione dei siti e applicazioni degli altri operatori: Amazon Prime Video (da 55 milioni di ore nel 2023, passa a quasi 78 milioni di ore nel 2024), Disney+ (che raggiunge le 34 milioni di ore, registrando il 22,2% di tempo in più) e, infine, Dazn e Sky/Now (che passano, rispettivamente, da 7 a 9 milioni di ore circa e da 4 milioni di ore a 5 milioni di ore).

Le piattaforme di video on demand (VOD) che offrono servizi gratuiti, con 35 milioni e 188 mila navigatori unici raggiunti lo scorso dicembre, risultano in lieve contrazione rispetto agli utenti registrati a dicembre 2023 (-0,5%). Al riguardo, nel 2024, si sottolinea come, tra le piattaforme VOD gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (con 21,1 milioni), Sky TG24 (con 8,6 milioni) e RaiPlay (7,3 milioni). Il tempo di navigazione dedicato a questa tipologia di siti, lo scorso dicembre, è stato di quasi 27 milioni in crescita del 2,1% a distanza di 12 mesi. Analogamente, anche le ore trascorse in media dai navigatori nella consultazione dei siti e applicazioni di tali piattaforme, pari a 46 minuti, risultano in aumento (circa 3 minuti in più rispetto a dicembre 2023).

SERVIZI DI CORRISPONDENZA E CONSEGNA PACCHI (SERVIZI POSTALI)

Nel settore postale, la dinamica dei ricavi nel 2024 delle principali imprese presenti sul mercato registra una crescita del 2,9% rispetto al 2023, superando di poco gli 8,5 miliardi di euro. I servizi di consegna pacchi (comprensivi di quelli nazionali e transfrontalieri, inclusi o meno nel servizio universale) hanno registrato un incremento del 3,2%, mentre i servizi di corrispondenza (rientranti o meno nel servizio universale) mostrano nel complesso una crescita di poco inferiore al 2% (1,9%). Tra i primi, il valore di quelli domestici (con mittente e destinatario nel territorio nazionale) è risultato pari a 4,68 miliardi di euro, e mostra un incremento del 3,9%, mentre i servizi di consegna pacchi transfrontalieri (con mittente nazionale e destinatario estero, o viceversa) crescono dell'1,7%, con ricavi che superano di poco 2,1 miliardi di euro. Tra i servizi di corrispondenza, quelli non inclusi nel Servizio Universale hanno registrato un valore di poco inferiore agli 800 milioni di euro, con una crescita del 7,1% su base annua, mentre quelli inclusi, pari a circa 638 milioni, si sono ridotti del 3,5%. I servizi di notifica registrano una crescita dell'1,2% rispetto al 2023, attestandosi su di un valore di circa 324 milioni di euro. Guardando alla composizione del settore per tipologia di servizio, alla fine del 2024, i ricavi da servizi di consegna di pacchi sfiorano nel complesso l'80% (79,4%) delle risorse complessive mentre continua la lenta riduzione dei servizi di corrispondenza compresi nel Servizio Universale (scesi al 7,4%). Dal lato dei volumi, nel corso del 2024 i pacchi consegnati hanno superato 1,1 miliardi di consegne (+6,2% rispetto al 2023) di cui l'86,5% con mittente e destinatario nazionali in crescita del 6,8% su base annua e quelli transfrontalieri in crescita del 2,8%.
I volumi dei servizi di corrispondenza, in media, mostrano una flessione del 5,5%, con quelli inclusi nel servizio universale che scendono del 6,9%, mentre quelli esterni a tale perimetro mostrano una riduzione leggermente inferiore pari al 5,1%. I servizi di notifica di atti giudiziari, invece, mostrano una crescita rispetto al 2023 dell'1,4%. Sulla base delle dinamiche sopra illustrate, i ricavi unitari medi dei servizi di corrispondenza mostrano, su base annua, una crescita del 7,9%, determinata soprattutto dai servizi non inclusi nel Servizio Universale (+12,8%). Allo stesso tempo, quelli relativi ai servizi di consegna dei pacchi nazionali e internazionali hanno fatto segnare flessioni, rispettivamente del 2,7% e dell'1,1%. Il quadro concorrenziale del settore, nel suo complesso (servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, rientranti o meno nel servizio universale) conferma il Gruppo Poste Italiane quale principale operatore con una quota complessiva del 33,6% (in crescita di 1,3 punti percentuali su base annua); seguono Amazon (con il 15,2%), BRT (con il 13,1%), DHL (10,6%), GLS (10,0%) e UPS (8,4%). Guardando all'assetto competitivo delle singole componenti del mercato, il gruppo Poste Italiane domina il settore dei servizi di corrispondenza con una quota del 95,4%. Il segmento dei pacchi si caratterizza per una più accentuata dinamica concorrenziale: i principali operatori risultano Amazon ed il Gruppo Poste Italiane, il primo con una quota del 19,1%, il secondo con il 17,6% (in crescita di 2,0 punti percentuali su base annua), e sono seguiti da BRT con il 16,4%, DHL (13,3%), GLS (12,6%) e UPS (10,6%). In relazione alle direttrici geografiche, nel segmento relativo a mittente e destinatario nazionali (rappresentativo del 69,0% del mercato dei pacchi), con riferimento ai ricavi del 2024, Amazon detiene il 27,7%, il Gruppo Poste Italiane il 24,1% e BRT il 20,3%. Allo stesso tempo, nel segmento transfrontaliero, DHL risulta il principale player (32,3%), seguito da UPS (29,7%) e da FedEx-TNT (20,0%).