"È
sempre più importante che si crei e si cerchi di perseguire un mercato unico dell'energia in Europa, sia che riguardi la molecola che riguardi l'elettrone, e per fare questo ci vuole l'interconnessione e qualcuno che guidi questo processo. Credo che Snam, con la sua presenza, con la dimensione e con l'esperienza che ha, possa essere un attore principale in questo contesto". Lo ha affermato
Stefano Venier, amministratore delegato uscente di
Snam, rispondendo alle domande degli azionisti all'
assemblea in corso a San Donato Milanese.
"I sistemi elettrici sono più efficienti e flessibili, ma il
trasporto dell'energia elettrica sulla lunga distanza è molto meno efficiente dei trasporti delle molecole, altrimenti negli anni non avremmo importato dalla Russia molecole ma avremmo portato direttamente energia elettrica", ha aggiunto.
In merito al
passaggio di consegne al nuovo AD Agostino Scornajenchi, Venier ha sottolineato di "
non aver aspettato l'ultimo giorno per farlo", sottolineando che "quello che trasferisce è quello di cui l'azienda è convinta che è rappresentato dal piano industriale, che traduce sull'orizzonte a 5-10 anni quella che è la nostra visione, che vuol dire lavorare contemporaneamente sulla sicurezza energetica del paese e al completamento di alcune infrastrutture che diventano anche strumentali ad alimentare la piattaforma di energy transition".
"
Non mi appassiona la competizione di elettroni con molecole - ha detto Venier - Avremo bisogno di tutti e due. Dobbiamo lavorare su tutti i due i piani per poter avere una risposta efficace alla decarbonizzazione del sistema, serviranno ancora le reti".
L'AD ha sostenuto che Snam è "
un civil servant del sistema, nel senso che siamo un soggetto che pone soltanto in collegamento colui che produce con colui che consuma e quindi non siamo noi a influenzare o trarre vantaggio da posizioni dominanti o non dominanti sia sulla fase a monte che sulla fase a valle del sistema. Abbiamo il compito di rendere disponibili infrastrutture sicure con la massima flessibilità agli operatori".
"Poi sono i consumatori che scelgono, sono i paesi che fanno le politiche, sono i produttori che decidono - ha detto - Che cosa serve di più? Se lo chiede a me io dico che
ci serve tutto. Ci serve tutto perché non c'è niente di peggio che avere una transizione - che già di per sé non sarà lineare nel suo percorso - che abbia degli incidenti importanti di percorso, perché questo rischia a livello sociale di farci fare un salto indietro e perdere la bussola".