FTSE MIB oltre 40mila punti e Spread ai minimi: la stabilità premia l'Italia

Influisce positivamente anche il miglioramento dei rating
Pubblicato il 12/05/2025
Ultima modifica il 12/05/2025 alle ore 13:58
Teleborsa
I segnali di un recupero di credibilità e di un ritorno di appeal del nostro mercato azionario sono evidenti e rispondono essenzialmente ad una serie di fattori fra loro concatenati: la stabilità di governo, un programma di riforme chiaro e definito, l'andamento resiliente dell'economia, soprattutto la salute del mercato del lavoro, ed il conseguente miglioramento del rating sovrano confermato dalle principali agenzie internazionali.

Spread ai minimi e FTSE MIB oltre 40.000

Lo Spread fra BTP e Bund ha aperto la settimana in calo a 102,5 punti base, dai 104,8 punti della chiusura di venerdì, rispetto ad un rendimento del BTP decennale italiano al 3,6% per cento e del Bund tedesco di pari scadenza al 2,6%. Si tratta dei livelli più bassi dal 2021, ma non dei più bassi dell'anno, giacché il differenziale fra BTP e Bund si è portato a inizio marzo sino a 98,85 punti, minimo di tutti i tempi.

Non solo lo Spread sta a testimoniare lo stato di salute del mercato Tricolore, ma anche la performance del principale indice di riferimento della Borsa di Milano: l'indice FTSE MIB oggi è rimbalzato a 40.088 punti, in rialzo dell'1,88% rispetto a venerdì e del 17,6% da inizio anno. Una performance davvero brillante che trae spunto dalla maggiore appetibilità del nostro mercato, in un panorama mondiale caratterizzato da incertezza.

L'andamento resiliente dell'economia

A motivare questa performance concorre innanzitutto il buon andamento della nostra economia, che cresce certamente in misura moderata, ma fa meglio di altre grandi economie europee, ad esempio la Germania, che sconta la crisi dell'auto ed una maggiore incertezza sulla tenuta del governo.

Nel primo trimestre 2025, l'economia italiana registra una crescita dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,6% in termini tendenziali. Un dato sicuramente positivo che segue i segnali, anch'essi positivi, del quarto trimestre 2024, quando la crescita congiunturale risultava dello 0,2% (rivista al rialzo dallo 0,1% diffuso a marzo 2025) e quella tendenziale dello 0,5%. Questa stima determina una crescita acquisita nel 2025 dello 0,4%. Per contro il PIL tedesco, nello stesso periodo un aumento dello 0,2% su base trimestrale, in linea le stime di consensus e contro il -0,2% trimestre precedente. Il dato tendenziale segna un -0,2%, come atteso dagli analisti.

Mercato del lavoro in salute, a parte qualche variabilità mensile: a marzo 2025 c'è stata una diminuzione degli occupati (-0,1%, pari a -16mila unità), ma confrontata con marzo 2024 l'occupazione sale dell'1,9% (+450mila unità). Rispetto a marzo 2024, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-11,8%, pari a -208mila unità) sia quello degli inattivi (-0,9%, pari a -107mila).

Il miglioramento dei rating

Tutto questo, unito alla stabilità di governo ed alla possibilità di portare avanti le riforme programmate, ha permesso alle agenzie di rating di migliorare il merito di credito dell'Italia. L'agenzia S&P ha alzato il rating dell'Italia da "BBB" a "BBB+", con outlook stabile, motivando il miglioramento con l'attesa di una crescita più brillante del PIL nel 2026, all'1% circa, e con le maggiori spese legate alla messa a terra del PNRR ed alla difesa.

Fitch e DBRS Morningstar, per ora, hanno confermato un rating "BBB", ma l'outlook è positivo, indicando che c'è ancora una possibilità di miglioramento entro i prossimi 12 mesi, tenendo in considerazione fattori quali la stabilità del governo e l'oculata gestione delle leve della finanza pubblica.

In tutti e tre i casi, pesa ancora il debito pubblico elevato, eredità del passato, che una finanza pubblica controllata e l'applicazione delle regole europee, che il governo sembra voler perseguire con convinzione, potrebbe mettere su un percorso di riduzione da qui al 2028.