Il settore del noleggio veicoli continua ad avanzare nel nostro Paese. Rappresenta il 28% delle auto nuove, con una quota crescente di veicoli green, nonostante il calo di immatricolazioni del 2024. È la fotografia scattata dal 24esimo
Rapporto Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, e presentato a Milano.
"Le flotte a noleggio a breve e lungo termine e del car sharing costituiscono lo strumento più efficace per accelerare l’elettrificazione della mobilità, come confermato dagli obiettivi annunciati dalla Commissione EU sulla decarbonizzazione delle flotte. - ha sottolineato
Alberto Viano, Presidente ANIASA - Per andare in questa direzione il nostro Paese deve superare i numerosi ‘dazi occulti’ che frenano lo sviluppo e gli investimenti in mobilità pay-per-use, facendosi trovare pronto nei prossimi mesi a tre importanti appuntamenti: la Legge Delega di riforma della fiscalità, la scadenza della deroga triennale concessa dal 2007 all’Italia che blocca al 40% il livello di detraibilità IVA sulle auto aziendali, il dibattito nazionale sulla decarbonizzazione delle flotte aziendali".
Nello specifico dal Rapporto è emerso che il settore del noleggio veicoli nel 2024 ha raggiunto un giro d’affari di
quasi 15 miliardi di euro e una
flotta di 1,4 milioni di veicoli in circolazione. Il valore del settore delle
rent a car ha superato
1,5 miliardi e i noleggi sono cresciuti del 10%, mentre la flotta sul territorio si è consolidata a 140mila unità. L’andamento del settore oggi è caratterizzato da un contesto di mercato sempre più competitivo. Le aziende di maggiori dimensioni, inoltre, affrontano un aumento dei costi dovuti all’acquisto della flotta a causa del consistente innalzamento dei listini e un crescente incremento dei costi gestionali, causato da vari fattori, quali la crescita esponenziale dei danni e dei furti e dei canoni concessori pagati ad aeroporti e stazioni ferroviarie. Dall’altro lato il noleggio a lungo termine ha raggiunto una flotta di quasi 1,3 milioni di veicoli,
superando i 12,5 mld di fatturato complessivo. Grande criticità invece per il settore del
car sharing in Italia, il rapporto evidenzia come nel 2024 siano stati effettuati
poco più di 4,2 milioni di noleggi di vetture da 330mila utenti attivi iscritti al servizio. A Roma e Milano si concentra l’80% della flotta complessiva, ma senza un adeguato supporto da parte delle istituzioni nazionali e locali, questo servizio rischia di contrarsi ulteriormente nei prossimi anni.
Per l’occasione sono stati diffusi anche i risultati dello studio ‘Navigare nella nebbia. Il futuro incerto dell’automotive’, condotto da Aniasa e Bain&Company, dal quale emerge come l’intero settore dell’automotive mondiale stia attraversando un momento di profonda stagnazione, legato soprattutto ai nuovi equilibri geopolitici e industriali che mettono in discussione la tenuta dell’intero ecosistema. In Italia si riducono gli acquisti di nuove auto, si fa ricorso sempre di più all’usato, l’elettrico non riesce a decollare e le emissioni medie di
CO2 sono superiori a quelle del 2015, nonostante il calo del diesel.
Dalla ricerca è emerso come il settore, dopo un periodo di sviluppo costante, con il rallentamento delle vendite, dovuto anche dalla crisi pandemica, ha avuto una battuta d’arresto. A partire dal 2019, mentre il Pil mondiale ha iniziato una lenta ripresa, la produzione dei veicoli ha subito un declino marcato. Le proiezioni al 2030 infatti indicano un tasso di crescita mondiale di
appena lo 0,2%.
Secondo
Gianluca Di Loreto, Partner e responsabile italiano automotive di Bain & Company, "il settore è oggi chiamato a confrontarsi con una realtà in profondo cambiamento: la stagnazione della domanda, le trasformazioni tecnologiche e le tensioni geopolitiche impongono un cambio di paradigma. Il comparto automotive non può più contare sulla crescita come driver naturale. In questo contesto, solo chi saprà ripensare la propria presenza geografica, rivedere la catena del valore e investire in flessibilità potrà restare competitivo nel medio-lungo termine. L’Europa, in particolare, deve ridefinire con decisione e coraggio il proprio ruolo industriale".