Unimpresa: “Cassa integrazione in aumento, segnale di un sistema produttivo ancora fragile”

Pubblicato il 06/05/2025
Ultima modifica il 06/05/2025 alle ore 09:39
Teleborsa
"Nel 2024 l’utilizzo della cassa integrazione è tornato a crescere, segnando 9,5 ore ogni mille ore lavorate, in aumento di quasi 2 ore rispetto al 2023. Un dato allarmante che riflette un mercato del lavoro ancora fragile, esposto a shock settoriali e congiunturali". Lo rileva il Centro Studi di Unimpresa. "Se da un lato aumenta l’occupazione stabile, dall’altro il ricorso crescente alla Cig indica una struttura produttiva ancora poco resiliente e fortemente esposta a rallentamenti economici e tensioni internazionali. Il calo della disoccupazione non va letto come unico indicatore di salute del sistema, ma a guardare all’andamento della Cig come cartina di tornasole della solidità occupazionale. Serve un rilancio delle politiche industriali, maggiore selettività nell’erogazione della Cig e un collegamento strutturato con le politiche attive del lavoro" spiega il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati del Cnel, nel 2024 il ricorso alla cassa integrazione guadagni (Cig) è aumentato a 9,5 ore ogni mille ore lavorate, contro le 7,7 ore registrate nel 2023. Si tratta di un indicatore che, pur inferiore ai picchi emergenziali degli anni pandemici, evidenzia una persistente instabilità del sistema produttivo italiano. Questo dato vuol dire che la crescita della Cig avviene nonostante un incremento degli occupati e una lieve crescita del PIL, segno che molte imprese: continuano ad affrontare difficoltà strutturali; non riescono a mantenere la piena operatività su tutto l’anno; ricorrono alla Cig non solo per crisi profonde, ma anche per gestire cali temporanei della domanda o squilibri produttivi. Il ricorso più elevato si concentra in industria e costruzioni, comparti ciclici e sensibili alle oscillazioni della domanda. Aumentano le richieste per Cig ordinaria, legata a difficoltà temporanee, rispetto a quelle straordinarie. Molte pmi, in assenza di fondi propri per far fronte ai rallentamenti, si affidano alla Cig come strumento di gestione ordinaria.

Vanno evidenziato alcune criticità sistemiche: uso passivo della Cig, spesso scollegato da percorsi di riqualificazione; scarsa integrazione con le politiche attive: mancano piani strutturati di ricollocazione e aggiornamento professionale; flessibilità unilaterale: la Cig viene decisa dalle imprese senza una reale programmazione condivisa con il territorio. Tra le proposte operative è possibile immaginare di: rafforzare il collegamento tra Cig e politiche attive, rendendo obbligatori percorsi di aggiornamento durante i periodi di sospensione; monitorare settori e territori più esposti, per intervenire in anticipo con misure di prevenzione; differenziare gli strumenti per le pmi, che hanno caratteristiche diverse rispetto alle grandi imprese.