Riflettori puntati sulla
Banca Centrale Europea (Bce) che si prepara a ridurre ulteriormente il costo del denaro d
i 25 punti base. Attesa oggi giovedì 17 aprile,
una riduzione che molti danno ormai per scontata, in scia a
tensioni commerciali e rafforzamento dell'euro. "I dazi statunitensi nei confronti dell'UE e di molti altri Paesi - spiega
Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING - hanno riportato in auge le preoccupazioni per la crescita dell'Eurozona, almeno nel breve termine. Il rafforzamento dell'euro e il calo dei prezzi dell'energia si sono aggiunti alle forze disinflazionistiche che le attuali tensioni commerciali avranno sull'area. Di conseguenza, la BCE, che solo poche settimane fa sembrava esitante nel decidere tra una pausa e un prossimo taglio dei tassi, questa settimana dovrà continuare il suo attuale ciclo di allentamento. Come in ottobre, un taglio dei tassi questa settimana può essere facilmente etichettato come un taglio assicurativo; un taglio che non può fare danni, mentre rimanere in attesa non solo metterebbe in dubbio la volontà della BCE di sostenere la crescita, ma potrebbe anche portare a un ulteriore e ingiustificato rafforzamento dell'euro. Il tasso di cambio dell'euro ponderato per il commercio è attualmente al livello più alto dall'inizio dell'unione monetaria".
Con l'atteso taglio dei tassi, la BCE dovrà anche modificare la propria comunicazione. Invece di dire “la politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva”, la
BCE probabilmente segnalerà che, al 2,25%, il tasso di deposito si troverebbe ora nell'intervallo dei tassi di interesse neutrali.Guardando al futuro, "ci sono almeno due sfide principali per la BCE. Le tensioni commerciali in corso e l'elevato livello di incertezza potrebbero costringerla a ridurre i tassi di interesse più di quanto non voglia ammettere. Allo stesso tempo, il rafforzamento del tasso di cambio dell'euro, non solo nei confronti del dollaro, eserciterà una maggiore pressione disinflazionistica sull'Eurozona.
Anticipare una parte di questa pressione potrebbe spingere la BCE ad aprire almeno verbalmente la porta ad una politica monetaria accomodante"."I prezzi del petrolio e del gas sono in calo. L'euro è salito del 10% rispetto al dollaro USA dopo i minimi di quest'anno. Le prospettive dell’inflazione a 5 anni sono pari all'1,7% nella migliore delle ipotesi (secondo gli swap sull'inflazione). E l’andamento della fiducia delle imprese e delle famiglie non lascia presagire nulla di buono per le aspettative di crescita economica. Tutti questi fattori indicano una probabile riduzione dei tassi di interesse da parte delle banche centrali", sottolinea
Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac spiegando che "al di là della riunione di giovedì,
le decisioni di politica monetaria restano imprevedibili. Il livello di incertezza prevalente comporta l'incapacità di fornire indicazioni chiare e lungimiranti".