DFP, Corte dei Conti: "Quadro difficile da valutare. Spesa non alteri obiettivi PNRR"

Pubblicato il 17/04/2025
Ultima modifica il 17/04/2025 alle ore 16:15
Teleborsa
Il DFP "risponde sostanzialmente ai contenuti delineati con le risoluzioni che nei primi giorni di aprile hanno impegnato il Governo a presentare un documento, in sostituzione del DEF, costituito da due sezioni, di cui la prima volta a dare conto dei progressi compiuti nel 2025" e "la seconda intesa a proporre la sola componente tendenziale del precedente DEF per le varie grandezze di finanza pubblica". E' quanto rileva la Corte dei Conti, in audizione dinanzi alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato sul Documento di finanza pubblica 2025.

"Il quadro di finanza pubblica per il triennio 2025-27 presentato nel documento, poggiando sui buoni risultati conseguiti nel 2024 e su una attenta analisi delle variabili di bilancio, - sottolinea - sembra consentire di mantenere gli impegni assunti in termini di graduale riassorbimento del disavanzo, nonostante la prudente revisione delle prospettive di crescita a fronte delle incertezze del quadro macroeconomico internazionale".

I giudici contabili rilevano però che "per una disamina del quadro offerto manca non solo lo sviluppo programmatico (inciso dalla difficoltà di definire al momento una ricostruzione puntuale delle necessità in gioco), ma anche (e soprattutto) un dettaglio informativo determinante su diversi capitoli della politica finanziaria di breve e medio periodo". In particolare, si ritengono "limitate" le indicazioni sulla composizione della spesa per settori, sulle modifiche al PNRR, sulla spesa per il settore della difesa. "Elementi che rendono difficile valutare la tenuta del quadro complessivo e la sua coerenza con quelle che sono le priorità dell’azione di governo".

"Lo spostamento da un obiettivo di saldo a quello di spesa netta richiederà sempre più un’attenta valutazione della sua composizione", evidenzia la Corte, ribadendo che manca "una lettura della traiettoria che oggi non è agevole già per il 2025 e che risulta ancora più ardua per gli anni successivi", rileva la Corte, dopo aver preso atto del "più difficile contesto macroeconomico" in cui ci si muove.

"Per una valutazione complessiva della finanza pubblica, e della adeguatezza dell’azione che si intende intraprendere all’interno dei limiti consentiti dalla nuova governance economica europea, è di particolare rilievo lo sviluppo nel prossimo biennio del PNRR", afferma la magistratura contabile, aggiungendo "la necessità di procedere ad una accelerazione della spesa per gli interventi resi disponibili con il Piano, nonché l’emergere di nuove esigenze congiunturali non possono e non devono far abbandonare (o ridurre) quello che era l’obiettivo principale dello stesso Piano: contribuire alla modernizzazione del Paese", attraverso gli interventi su sanità, infrastrutture e trasporti, digitalizzazione e interconnessione, ammodernamento PA e ricerca e innovazione.

"La buona tenuta della finanza pubblica che gli ultimi esercizi hanno dimostrato rafforza quella spinta a una attenta selezione degli interventi da avviare e ad una sempre maggiore valutazione costo efficacia che deve orientare l’azione del Governo. Un lavoro di selezione - conclude la Corte - che diventerà ancora più importante dopo il 2026 richiedendo la focalizzazione delle risorse sugli interventi che il Piano ha consentito di avviare, ma che devono trovare nei prossimi anni lo spazio per produrre un’effettiva crescita del nostro potenziale di sviluppo".