OMC Med Energy 2025: Come i porti si trasformeranno in hub della transizione green

Ravenna può diventare un hub energetico centrale del Mediterraneo, ma servono norme chiare, infrastrutture e investimenti. Chi c’era e cosa si è detto durante “The Role of Local Territories in the Transition: Ports, Industrial Districts, Decarbonization Projects”, organizzato nell’ambito di OMC Med Energy 2025
Pubblicato il 14/04/2025
Ultima modifica il 14/04/2025 alle ore 13:00
Teleborsa
Ravenna ha tutte le carte in regola per diventare protagonista nel panorama energetico italiano e mediterraneo. Il porto, scrive l'agenzia Energia Oltre, è l’asso nella manica che può rendere la città un hub della transizione energetica. Infatti, in futuro gli scali portuali saranno centrali per la produzione, stoccaggio e commercio di energia green. Tuttavia, servono investimenti e infrastrutture per liberare il pieno potenziale dei porti e superare le sfide della transizione energetica. È quanto emerso nel corso dell’evento The Role of Local Territories in the Transition: Ports, Industrial Districts, Decarbonization Projects, nell’ambito di OMC Med Energy 2025.

PORTI AL CENTRO DELL’ENERGIA
I porti possono diventare il cuore pulsante della transizione e il motore della crescita dei territori, secondo Francesca Zarri, presidente di OMC Med Energy.

“I porti non sono più solo crocevia per le merci, ma diventano veri protagonisti nella produzione, distribuzione e stoccaggio dell’energia. Proprio sui porti, oggi più che mai, si gioca una partita fondamentale per il futuro dell’energia. In questo scenario, Ravenna sta dimostrando di essere all’avanguardia” ha affermato Zarri durante la tre giorni.

“Ogni porto è connesso a un territorio, vuol dire che presenta opportunità e sfide, ma non tutti sono uguali. Bisogna ragionare sul rapporto tra porti e territori e sul fatto che saranno anche hub energetici. Non dobbiamo dimenticare il tema della cattura della CO2”, ha affermato Andrea Bombardi, Executive Vice President Global Market Development di RINA nel corso dell’evento The Role of Local Territories in the Transition: Ports, Industrial Districts, Decarbonization Projects, organizzato nell’ambito di OMC Med Energy 2025.

IL RUOLO DEGLI INVESTIMENTI
Gli investimenti infrastrutturali sono un tassello cruciale nel percorso di transizione green e sviluppo dei porti. Il miliardo di euro speso negli anni in progetti innovativi tra cui, l’Hub Portuale, il rigassificatore Snam, e i parchi eolici offshore hanno permesso al porto di Ravenna di distinguersi come hub logistico ed energetico di punta del Mar Mediterraneo.

“Il rinnovamento delle infrastrutture materiali è un fattore cruciale per realizzare il potenziale dei porti: fondali con la profondità necessaria, banchine funzionali, spazi adeguati per la logistica”, ha affermato Daniele Rossi, commissario dell’Autorità portuale dell’Adriatico Nord Centrale.

Un altro problema è che in diverse rotte mancano le infrastrutture di bunkeraggio per contenere i carburanti, secondo Gian Marco Miriello, Capo della Sicurezza della Navigazione Dipartimento Capitaneria di Porto di Ravenna.

Dai carburanti passa anche una grande opportunità per la decarbonizzazione del trasporto marittimo. Se ne è parlato nell’evento “Sustainable Intermodality: Land and Sea Freight”, in cui è intervenuto Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive. “I biocarburanti sono già oggi disponibili, possono essere utilizzati nei mezzi di trasporto esistenti ed essere distribuiti con le attuali reti, senza la necessità di dover sostenere elevati investimenti in infrastrutture”, ha dichiarato Ballista.“Enilive è tra i leader a livello globale nella produzione di biocarburanti HVO, che hanno un ruolo fondamentale nel percorso della transizione energetica per il trasporto su strada ma anche per quello aereo, marittimo e ferroviario.”

COSA MANCA
Il grande potenziale dei porti potrà essere liberato solo attraverso norme e politiche “coraggiose”, che perseguano gli obiettivi prefissati senza restrizioni e paletti, secondo Daniele Rossi, commissario dell’Autorità portuale dell’Adriatico Nord Centrale.

“Nel nostro Paese manca il coraggio di andare oltre norme finte. Facciamo sempre leggi a metà, la ZLS è un esempio. Dove sono gli incentivi? Riguardo le esenzioni, i Comuni non possono rinunciare a nessuna imposta. Un altro esempio è la norma sul silenzio assenso. La legge prevede che la Conferenza dei Servizi debba durare al massimo 90 giorni, ma chi fa rispettare questo termine? Il rigassificatore di Ravenna non può essere utile al sistema Paese se rimane l’unico impianto di questo tipo”, ha affermato Rossi.

PORTI, COLLABORAZIONE PER IL SUCCESSO
Le fonti tradizionali potrebbe dare una spinta decisiva alla transizione dei porti, secondo Angelo Aulicino, General Manager di Alpe Adria.

“Il green deve essere sostenibile anche economicamente. Serve una collaborazione attiva con stakeholder, in particolare i grandi operatori”, ha affermato Aulicino.

Un esempio virtuoso è la collaborazione tra Terna e Autorità del sistema portuale della Liguria orientale per l’elettrificazione banchine del porto di La Spezia, progetto in dirittura d’arrivo.

“Attualmente siamo in fase di Conferenza di Servizi, a breve dovrebbe ottenere il via libera. Le banchine del porto saranno elettrificate. La resilienza si traduce in disponibilità di infrastrutture”, ha affermato Simone Pacciardi, Responsabile UE Progetti e innovazione dell’Autorità del sistema portuale della Liguria orientale.