Rendiconto sociale 2024 CIV INPS: attività Istituto importante per la coesione sociale del Paese

Pubblicato il 28/10/2025
Ultima modifica il 28/10/2025 alle ore 11:43
Teleborsa
Crescono le attività e migliora la qualità dei servizi erogati dall'Inps, in un Paese che ha sempre più bisogno di coesione e tutele per affrontare le nuove sfide economiche e sociali. È quanto emerge dal Rendiconto Sociale dell'Inps presentato oggi a Roma dal Consiglio di Indirizzo e vigilanza dell'Istituto.

I dati confermano un calo della popolazione residente con un saldo demografico negativo di -143.344 unità nel 2023, determinato da un saldo naturale (la differenza fra nascite e decessi) negativo pari a -280.824 persone, non compensato dal saldo migratorio positivo (differenza tra immigrati e emigrati) che registra un +137.480.

Sul fronte economico, il Prodotto Interno Lordo italiano mostra nel 2024 una crescita del PIL dello 0,7%, rispetto all'1% del 2023 e al 4,8 % del 2022 e rispetto a una media comunitaria dello 0,9%.

I dati del Rendiconto confermano una perdurante disparità di genere per quanto attiene i livelli occupazionali, che vedono per le donne un minor numero di occupati e di assunzioni, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, e una percentuale maggiore di contratti part time e discontinui.

Il tasso di occupazione è aumentato, passando da 61,5% a 62,2%, mentre diminuisce la disoccupazione che passa da 7,7% a 6,5 %. La percentuale degli inattivi è lievemente aumentata rispetto 2023, passando dal 33,3% al 33,4%, mentre prosegue la tendenza al miglioramento del fenomeno dei NEET, che passano dal 16,1 al 15,2%, seppur con fortissimi squilibri regionali.

In crescita è il ricorso alle prestazioni di disoccupazione per cessazione dei rapporti di lavoro i cui beneficiari passano da 3.292.551 a 3.378.039 (+ 85.488 lavoratori pari al 2,6%), ed è aumentato anche il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, che passa da 126.523.374 ore utilizzate nel 2023 a 151.375.984 ore nel 2024 (+19,6%). Complessivamente aumentano anche i beneficiari di ammortizzatori sociali per sospensione del lavoro che passano dai 776.444 del 2023 ai 892.533 del 2024 (+116.089 lavoratori pari al 15%).

Per quanto riguarda le retribuzioni dei lavoratori nel settore privato, nel 2023 la media nazionale si attesta a 107,5 euro giornalieri per i maschi e 79,8 euro per le femmine, confermando una significativa disparità di genere. I settori con le retribuzioni più elevate sono le Attività finanziarie e assicurative, con 216,7 euro per i maschi e 147,3 euro per le femmine, seguite dalla Fornitura di energia (171,4 euro per i maschi e 145,6 euro per le femmine) e dall'Estrazione di minerali da cave e miniere (168,2 euro per i maschi e 174,2 euro per le femmine). Fra le attività a maggior addensamento di addetti, la manifattura registra un importo medio di 119 per i maschi e 95,3 per le donne, il commercio 92,3 per i maschi e 79,9 per le donne, i servizi di alloggio e ristorazione 65,6 per i maschi e 54,9 per le donne.

I pensionati INPS in Italia sono 15.367.966, di cui 7.378.121 maschi e 7.989.845 femmine. I titolari di assegno sociale sono 884.311 e i titolari di assegno di accompagnamento e pensione invalidità civile sono 2.960.774.

Per tutte le Gestioni pensionistiche si evidenzia una rilevante differenza tra i due generi negli importi medi delle pensioni: le pensioni anticipate dei lavoratori dipendenti vedono le pensioni delle femmine inferiori del 25,1% rispetto ai maschi, quelle di vecchiaia addirittura del 44,2%. Nel 2024 sono state liquidate 861.949 pensioni previdenziali, in leggero aumento rispetto al dato registrato nel 2023 (837.399) ma sostanzialmente stabili negli ultimi anni. Le prestazioni pensionistiche assistenziali liquidate nel 2024 sono state 643.750 rispetto alle 613.203 dell'anno precedente. In rilevante calo è il numero di pensioni anticipate liquidate nel 2024 rispetto agli anni precedenti, per effetto dei recenti interventi normativi. In particolare, si riduce nettamente il numero dei beneficiari di Opzione Donna (che passano dai 26.427 del 2022 ai 4.784 del 2024) e delle Quote (da ultimo Quota 103 con il ricalcolo contributivo che ha visto la liquidazione di 1.154 assegni rispetto ai 112.982 liquidate con Quota 100 nel 2021). Diminuiscono inoltre i trattamenti di Ape sociale (da 19,461 a 17.429) ed i trattamenti a favore dei lavoratori precoci (da 11.133 a 8.645) e aumentano quelli collegati ai lavori usuranti (da 1.856 a 2.249). Gli importi medi delle pensioni liquidate nel 2024 sono inferiori ai valori di quelle in essere, indicatore preoccupante per le tendenze future. Crescono, con continuità negli anni, le pensioni liquidate con il sistema contributivo mentre calano quelle retributive. Stabili le pensioni liquidate con il sistema misto.

Nel corso del 2024 sono state accolte 804.828 domande di Assegno di Inclusione e 119.645 domande di Sostegno per la Formazione ed il Lavoro, inferiori rispetto al numero di prestazioni per reddito e pensione di cittadinanza erogati nel 2022, pari a 1.039.700.

Sul fronte delle entrate, nel 2024 si registra un incremento del gettito contributivo del 5,53% rispetto all'anno precedente. Calano le riscossioni da recupero crediti in fase amministrativa da aziende con dipendenti che passano da 8 miliardi nel 2023 a 6,82 miliardi nel 2024. Le riscossioni coattive (attraverso l'Agenzia delle Entrate) crescono leggermente passando da 3,4 a 3,6 miliardi.

Sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente è il numero di DURC irregolari (16,2%).

Complessivamente, i dati che riguardano la qualità del servizio dell'Istituto mostrano un andamento positivo. Il 93,8% delle NASPI vengono erogate entro un mese, rispetto al 91,5% del 2023. Anche i tempi per le autorizzazioni al pagamento della Cassa integrazione ordinaria e del Fondo di integrazione salariale si riducono rispettivamente da 33 a 21 giorni e da 122 a 78 giorni.

Le pensioni private erogate entro un mese sono il 78,6%, rispetto al 76,2% del 2023, quelle pubbliche l'82,8% rispetto all'80,5%.

Diminuiscono i tempi medi per le visite di invalidità civile, che passano dai 144 giorni del 2023 ai 140 giorni del 2024. Nel dettaglio, si riducono i tempi per la gestione della fase amministrativa, da 21 a soli 16 giorni, mentre aumentano da 123 a 125 i giorni della fase sanitaria, prevalentemente gestita dalle Aziende sanitarie.

Una drastica riduzione si registra delle giacenze del contenzioso amministrativo, che passano da 93.101 a 65.138 ricorsi. Anche il contenzioso giudiziario vede una riduzione delle giacenze da 151.619 a 140.281.

Risultati apprezzabili dovuti alla competenza e all'impegno del personale dell'Istituto, sostenuto dalle nuove dotazioni tecnologiche e dal supporto fondamentale dei Patronati (che patrocinano più della metà delle domande, 85% nel caso delle pratiche di pensione) e degli altri intermediari. Un Istituto che ha visto in questi anni anche un profondo ringiovanimento, con una età media dei dipendenti che passa dai 58,1 anni del 2019 agli attuali 51,3 anni. La componente femminile rappresenta il 59,8% del personale complessivo, il 42,2% dei dirigenti e il 56,4% dei medici, avvocati e degli altri professionisti.