Durante la
101esima Giornata Mondiale del Risparmio, organizzata da
Acri sotto l’
Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stata presentata oggi a Roma l’indagine Ipsos-Acri 2025 sul rapporto degli italiani con il risparmio.
Sul tema "
Risparmio: tutela, inclusione, sviluppo", sono intervenuti il
Presidente di Acri Giovanni Azzone, il
Presidente di Abi Antonio Patuelli, il
Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, il
Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. "Risparmio: tutela, inclusione, sviluppo" è il tema della Giornata di quest’anno. Il valore del risparmio viene analizzato attraverso tre prospettive:
tutela, ovvero quanto gli italiani percepiscono al sicuro i propri risparmi;
inclusione, intesa come la capacità di allargare la platea di chi accede del risparmio;
sviluppo, cioè il contributo che il risparmio privato può offrire alla crescita del Paese.
Il
clima economico in Italia mostra segni di un generale peggioramento, rispetto al 2024, anno che aveva registrato un cauto ottimismo in continuità con il 2023, all’indomani di un pessimo 2022 (invasione dell’Ucraina, aumento del costo dell’energia e dalle ricadute pesanti sui prezzi). Il
2025 si caratterizza per un quadro "a due velocità": resta diffuso il
pessimismo sull’andamento dell’economia italiana ed europea, ma si attenua il pessimismo rispetto al futuro del proprio territorio. La fiducia dei consumatori flette rispetto all’autunno 2024, mentre il mercato del lavoro dà segnali favorevoli (disoccupazione in calo), ma non sufficienti a compensare i timori.
Sul
piano personale si evidenzia una spaccatura, quasi 4 italiani su 10 ritengono possibile migliorare la propria situazione nei prossimi anni, gli altri non vedono miglioramenti, quando non temono dei peggioramenti. Ne deriva una maggiore prudenza nella gestione economica, con un rafforzamento del risparmio precauzionale, consumi più selettivi e preferenza per la liquidità.
Aumentano gli insoddisfatti della propria situazione economica;
il 57% delle famiglie dichiarano un tenore di vita peggiorato o ravvisano delle difficoltà, contro un 43% che ha sperimentato miglioramenti o tranquillità. Per quanto riguarda le aspettative dei prossimi 3 anni, la situazione personale divide gli italiani tra un 38% di ottimisti, un 39% che non vedono cambiamenti, e un 16% di seriamente preoccupati. I pessimisti sull’Italia sono il 53% a fronte di un 19% di ottimisti, mentre riguardo il proprio territorio i pessimisti scendono al 28%, bilanciati da un 26% di ottimisti.
Riguardo le attese circa
l’economia europea e mondiale, si registra
un ulteriore peggioramento rispetto all’anno precedente; per l’Europa il saldo tra chi si attende un miglioramento e chi prevede un peggioramento scende a -24 punti (da -16 nel 2024), per l’economia mondiale il saldo si attesta a -15 punti (-11 nel 2024; -16 nel 2023).
Cresce infatti la quota di famiglie che dichiarano di essere state colpite da difficoltà lavorative in qualcuno dei componenti (29% nel 2025, dal 21% nel 2024), spesso per aver perso il posto di lavoro o per un peggioramento delle condizioni contrattuali e/o retributive.
Nel 2025
si accentua il clima di incertezza economica e sociale: la generazione 18-30 resta più favorevole, mentre dai 45 anni in su, nel Sud e tra i meno istruiti, prevalgono posizioni maggiormente critiche. Pur restando maggioritaria l’idea che uscire dall’UE sarebbe un errore,
cresce lo scetticismo verso i benefici a lungo termine dell’integrazione europea. Nel 2025
la propensione psicologica a risparmiare si rafforza e cresce l’ansia da mancanza di risparmio, anche perché la capacità effettiva di accantonare si riduce: più famiglie consumano tutto il reddito o attingono ai risparmi, le famiglie che risparmiano sono il 41%, in contrazione rispetto al 46% del 2024, il dato più basso dal 2018.
E anche le aspettative per i prossimi 12 mesi indicano ulteriore compressione della capacità di risparmio. Anche dal punto di vista finanziario
prevale la cautela e si riduce la ricerca di investimenti finanziari. Il portafoglio delle famiglie resta ancor più fortemente ancorato alla liquidità;
il 64% degli italiani preferisce mantenere buona parte delle proprie riserve in liquidità. La quota di risparmiatori che preferisce investire è minoritaria (circa un terzo) e, quando lo fa, privilegia strumenti semplici e percepiti come sicuri. Il possesso di prodotti finanziari è stabile nel tempo e mediamente poco diversificato. Le preferenze di investimento segnalano un parziale ritorno all’immobiliare e un arretramento sia della domanda di strumenti "sicuri" sia degli strumenti più rischiosi, mentre cresce la quota di coloro che non sanno indicare un investimento idoneo per le caratteristiche della loro famiglia.
Aumenta la quota di italiani che conosce e intende utilizzare la destinazione del 5x1000 e aumentano quell
i interessati alla possibilità di lasciti testamentari: sono ancora una minoranza, ma in tre anni sono passati dal 22% del 2023, al 26% del 2024 al 33% del 2025.
Il quadro che si delinea è quello di un
contesto di crescente incertezza, che si riflette in
un maggior timore per il futuro del Paese. Un sentiment che incide su consumi, propensione e capacità di investimento e sulle scelte di portafoglio.
Il risparmio, tuttavia, resta uno strumento fondamentale di tutela delle famiglie e, se ben tutelato e indirizzato, può diventare anche il motore della crescita del Paese.
(Foto: Photo by Mathieu Stern on Unsplash)