Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: da dazi rischio di vanificare crescita export primo semestre

Pubblicato il 24/10/2025
Ultima modifica il 24/10/2025 alle ore 11:32
Teleborsa
“Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani nel primo semestre del 2025 hanno fatto registrare un risultato positivo rispetto all’anno precedente, in particolare con un incremento del 5% sui mercati statunitensi, a differenza di altri comparti in crisi, Ma la politica dei dazi imposta da Trump muterà rapidamente la situazione”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“Il quadro economico e commerciale – spiega il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – è abbastanza articolato. Le produzioni alimentari made in Italy, forti di un livello qualitativo alto e di una reputazione positiva sui mercati internazionali, sono riuscite grazie anche ad una programmazione degli ordini messa in atto dalle aziende delle due sponde dell’Atlantico, ad evitare per la prima parte del 2025 l’impatto delle politiche protezionistiche. Ne hanno invece subito risentito l’area dell’automotive, con una flessione del 25% circa verso gli Usa, della metallurgia, dell’industria manufatturiera e dell’elettronica.

Nella valutazione generale bisogna inoltre tenere conto dei risultati del 2024, caratterizzati da una contrazione dell’export (-0,4%) e dell’import (-3,9%), che nella prima frazione di quest’anno hanno fatto segnare un’inversione di tendenza su entrambi i versanti, con un aumento complessivo del 1,9% delle esportazioni e del 3,9% per le importazioni.
Ma sulle prospettive regnano incertezza e forti timori, a causa delle diffuse conflittualità geopolitiche globali, delle guerre in atto e soprattutto delle scelte politiche dell’amministrazione di Washington.
I primi dati sugli acquisti statunitensi in Ue nei mesi di giugno e luglio infatti consegnano una preoccupante flessione del 8,7% su base annua e quelli complessivi delle esportazioni italiane ad agosto rassegnano un crollo del 21,1% rispetto allo stesso mese del 2024.
Segnali, insomma, assolutamente allarmanti, anche se non mancano notizie positive a cominciare dal cessate il fuoco – anche se molto precario – in Palestina, e il contenimento delle tensioni tra Usa e Cina, che potrebbero migliorare il clima generale. Ma occorrono interventi concreti per arginare la tendenza recessiva e una mediazione diplomatica per superare le condizioni di svantaggio troppo
frettolosamente e supinamente accettate da Bruxelles”.

“Di fronte a questo scenario – conclude Scognamiglio – risultano quanto mai opportune e determinanti misure nazionali indirizzate al sostegno delle produzioni e politiche finanziarie e monetarie dell’Unione europea che agevolino il credito alle imprese, oltre che interventi volti alla salvaguardia dei segmenti più fragili e già notevolmente esposti a difficoltà, come la filiera ittica e l’agricoltura”.