La
Reserve Bank of New Zealand, la banca centrale della Nuova Zelanda, ha
abbassato di 50 punti base il tasso si riferimento, portandolo al 2,5%. Si tratta del livello più basso da luglio 2022 e una sorpresa per il mercato, che si aspettava un taglio più contenuto da 25 punti base.
Il Comitato di politica monetaria rimane
aperto a ulteriori riduzioni del tasso, se necessario, affinché l'inflazione si stabilizzi stabilmente vicino al target del 2% nel medio termine, si legge nello statement rilasciato al termine della riunione.
L'
inflazione annua misurata dall'indice dei prezzi al consumo si attesta attualmente
intorno al limite superiore dell'intervallo obiettivo del Comitato, compreso tra l'1 e il 3%. Tuttavia, data la capacità produttiva inutilizzata nell'economia, si prevede che l'inflazione tornerà a circa il punto medio del 2% nella prima metà del 2026.
L'
attività economica fino alla metà del 2025 è stata
debole. Ciò riflette in parte i vincoli interni all'offerta di beni e servizi in alcuni settori e l'impatto dell'incertezza della politica economica globale. I consumi delle famiglie sono in ripresa, in parte grazie ai tassi di interesse più bassi, e gli elevati prezzi delle materie prime continuano a sostenere il settore primario. I prezzi delle case sono stabili e gli investimenti residenziali e aziendali rimangono deboli.
La crescita economica dei partner commerciali della Nuova Zelanda si sta dimostrando resiliente, in parte grazie ai forti investimenti in
attività legate all'intelligenza artificiale, ma si prevede un rallentamento nel 2026.
"Esistono
rischi al rialzo e al ribasso per le prospettive di inflazione in Nuova Zelanda - afferma la banca centrale - Un comportamento cauto da parte di famiglie e imprese potrebbe rallentare la ripresa economica, riducendo la pressione inflazionistica a medio termine. In alternativa, un'inflazione più elevata a breve termine potrebbe rivelarsi più persistente".
(Foto: Kerin Gedge su Unsplash)