L'oro e la corsa inarrestabile. Sul Comex vede già i 3.800 dollari

Le prospettive su taglio tassi Fed muove il metallo prezioso su nuovi record
Pubblicato il 23/09/2025
Ultima modifica il 23/09/2025 alle ore 11:21
Teleborsa
La corsa dell’oro prosegue inesorabile. Il metallo prezioso ha toccato nuovi massimi storici nelle ultime sedute, superando i 3.750 dollari l’oncia confermando la sua natura di bene rifugio per eccellenza per gli investitori.

Le quotazioni spot del metallo prezioso si sono portate fino a 3.755 dollari e sul Comex, il contratto scadenza dicembre, vede già i 3.800 dollari dopo aver raggiunto un massimo di 3.795 dollari.

In rialzo anche il prezzo dell'argento, sopra i 44 dollari, ai massimi di agosto 2011, altro asset che per natura tende a coprire ancora livelli alti di inflazione in alcune aree economiche.

Sul fronte di politica monetaria, permangono le aspettative di ulteriori tagli dei tassi negli Stati Uniti. A tal proposito, gli investitori guardano al discorso del numero uno della Fed, Jerome Powell, previsto oggi, per cercare di cogliere eventuali segnali sul proseguo della politica della banca centrale statunitense. venerdì è in calendario l'indice delle spese per consumi personali, indicatore preferito dalla Federal Reserve per misurare l'inflazione e decidere sulle mosse monetarie.

La Fed apre la fase di allentamento: fino a che punto potrà proseguire?
Questa settimana l’attenzione dei mercati è rivolta ai tassi d’interesse statunitensi, con un’analisi di quanto accaduto e delle prospettive per i prossimi mesi. Come previsto, la Federal Reserve (Fed) ha ridotto il costo del denaro di 25 punti base, primo intervento del 2025 dopo complessivi 100 punti base di tagli effettuati nel 2024. La decisione, spiega Anthony Willis, Investment Manager di Columbia Threadneedle Investments, giunge dopo un lungo periodo di pausa, durante il quale la banca centrale ha valutato le possibili implicazioni inflazionistiche delle recenti misure tariffarie, che finora non hanno generato effetti significativi, mentre emergono segnali di crescente fragilità nel mercato del lavoro. Il presidente Jerome Powell ha definito la mossa un “taglio di gestione del rischio”, finalizzato a favorire un atterraggio morbido dell’economia prima che la disoccupazione possa salire in modo più marcato.

L’inflazione, sottolinea l'esperto, ha mostrato solo un leggero incremento, la crescita economica rimane complessivamente solida e il tasso di disoccupazione è aumentato in misura marginale. Nel complesso il quadro congiunturale statunitense si conferma favorevole, ma sarà determinante monitorare con attenzione i dati in uscita nelle prossime settimane, in particolare quelli relativi al mercato del lavoro, per individuare eventuali segnali di rallentamento. Le stime indicano per il terzo trimestre una crescita superiore al 3%, in linea con il periodo precedente, e una media annua attesa oltre il 2%, confermando un’economia che procede a ritmi sostenuti nonostante l’incertezza globale.

Guardando in avanti, la Fed intravede margini per ulteriori interventi. Dopo il taglio di 25 punti base e alla luce delle proiezioni del cosiddetto “dot plot”, le attese, sia della banca centrale sia del mercato, convergono su un’ulteriore riduzione a novembre e su un nuovo intervento entro la fine dell’anno. Per il 2026 le previsioni restano invece più incerte: Powell ha ribadito che le decisioni saranno assunte riunione per riunione, segnalando l’intenzione di gestire le aspettative ed evitare che il mercato si attenda tagli di ampia portata troppo in anticipo.

Lo scenario di riferimento resta quello di un atterraggio morbido, che rappresenterebbe un contesto complessivamente favorevole per i mercati azionari statunitensi, aggiunge Willis. L’inflazione, pur in lieve aumento, si colloca in una fascia che consente alla Fed di intervenire con gradualità quando lo ritiene opportuno. Nei prossimi giorni particolare attenzione sarà rivolta ai dati sul Personal Consumption Expenditures (PCE), la misura d’inflazione preferita dalla Fed, e alle statistiche settimanali e mensili su occupazione e disoccupazione, oltre alle ulteriori indicazioni che giungeranno dalle dichiarazioni di Powell, utili per comprendere l’orientamento della politica monetaria nei mesi a venire.