Basilicata, Mongiello: nasce Polo di ricerca universitaria all’avanguardia

Pubblicato il 23/09/2025
Ultima modifica il 23/09/2025 alle ore 18:53
Teleborsa

Ricerca universitaria e bellezza della natura per creare un hub in grado di attrarre ricercatori da tutto il mondo. Tutto questo nasce in Basilicata, regione che esprime un altissimo valore in termini di biodiversità. Con questo obiettivo è stato inaugurato nei giorni scorsi un Polo di ricerca universitario a Spinoso, paese di appena 1200 abitanti a ridosso del Lago di Pietra del Pertusillo nel cuore del Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese. La Basilicata è una delle prime regioni in Italia a dotarsi di un centro di ricerca creato in collaborazione con l’Università degli studi della Tuscia di Viterbo che mette a sistema una rete di ricercatori nel campo delle scienze naturali, biomediche, ecologiche e ambientali.


Il centro è stato finanziato grazie al Programma Operativo Complementare del PO Fesr della Regione Basilicata. La dotazione strumentistica è fortemente all’avanguardia: dai microscopi più potenti alle attrezzature dedicate alla bio-acustica. Non solo impiantistica di avanguardia, le collaborazioni in atto porteranno studiosi di biologia molecolare a cimentarsi nell’analisi genetica e al monitoraggio dell’enorme patrimonio naturalistico del Parco con le più recenti e innovative tecniche per l’estrazione del Dna, permettendo di ottenere informazioni sempre maggiori sulla conservazione delle specie e la gestione degli ecosistemi.

L’assessore all’Ambiente e alla Transizione energetica della Regione Basilicata, Laura Mongiello, spiega gli obiettivi: “Coniugare sviluppo e ricerca, per portare la Basilicata ad essere protagonista di un nuovo sviluppo nel campo della ricerca scientifica. Un attrattore per studiosi, un punto di riferimento nelle nuove conoscenze sulla biodiversità”.

“Puntiamo - ha detto l’assessore - a mettere in piedi un’organizzazione ramificata con altri centri di eccellenza. Si parte da un accordo con l’Università della Tuscia, che opera da 45 anni e che ha proprio una sua struttura universitaria dedicata anche alla conservazione del patrimonio vegetale”.

A breve si conta anche di coinvolgere l’Università degli Studi della Basilicata e altri atenei: sono in corso, infatti, altri accordi e protocolli di intesa con il mondo accademico nazionale. “Siamo orgogliosi di questo progetto di tutela ambientale, che punta alla conservazione di specie in via di estinzione e allo sviluppo di tecniche all’avanguardia” conclude.