Regno Unito, inflazione alta e crescita debole. Bank of England sotto pressione

Pubblicato il 12/09/2025
Ultima modifica il 12/09/2025 alle ore 11:54
Teleborsa
Nel mese di luglio il PIL del Regno Unito è rimasto invariato, in linea con le attese e con un rallentamento dell’economia riconducibile alla debolezza dei consumi delle famiglie, agli investimenti aziendali contenuti e ai persistenti attriti commerciali.

Il settore dei servizi, spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, che ha sostenuto gran parte della ripresa, sta perdendo slancio, mentre manifattura e costruzioni continuano a soffrire, penalizzati sia dall’aumento dei costi sia dalla domanda fiacca.

L’attuale fase di stagnazione alimenta le pressioni sulla Bank of England, mentre l’inflazione, ancora ben al di sopra del target, complica le decisioni dei policymaker, sottolinea l'esperto, secondo il quale dopo il taglio dei tassi in agosto, "ulteriori allentamenti nel breve termine appaiono improbabili".

I dati pubblicati oggi, aggiunge l'analista, mettono in evidenza le sfide strutturali che l’economia britannica si trova a fronteggiare e rinnovano la pressione sul Cancelliere e sul Governo affinché intervengano per rilanciare la produttività, stimolare gli investimenti e sostenere le imprese.

Crescita zero a luglio. Cala la produzione industriale
L'economia del Regno Unito ha registrato una crescita zero, nel mese di luglio, dopo l'aumento del PIL dello 0,4% di giugno. Sempre a luglio, si evidenzia un forte calo della produzione industriale (-0,9% a +0,7%). Si tratta di dati che, insieme all'inflazione britannica ai massimi degli ultimi 18 mesi, lanciano nuovi allarmi per il governo laburista di Keir Starmer.