Giorgetti: "Non serve una Manovra correttiva. Spese difesa da quantificare"

Il Ministro dell'Economia conferma anche che il rallentamento dell'economia era atteso e le stime sul PIL già riviste allo 0,6%
Pubblicato il 08/09/2025
Ultima modifica il 08/09/2025 alle ore 08:44
Teleborsa
Quest'anno non servirà una Manovra correttiva, nonostante il rallentamento dell'economia e della "pressione" sui conti pubblici esercitata dalle maggiori spese per la difesa. Lo ha precisato il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo a Cernobbio e smentendo le voci circolate nel mese d agosto.

"L'economia ha subito qualche rallentamento, ma anche di questo avevamo tenuto conto e ci aveva consigliato di ridimensionare la crescita allo 0,6%. Ritengo che le nostre previsioni potranno essere accolte", ha spiegato il titolare del MEF.

Giorgetti ha precisato che "non serve nessuna manovra correttiva, perché i conti stanno andando come previsto", ma "si è aggiunta una nuova variabile, imponderabile e detestabile, che è quella dell'escalation della guerra in Ucraina", che implica un aumento delle spese per la Difesa, che ancora devono essere quantificate. "Per il nostro Paese - ha aggiunto - è un fatto nuovo che implica una diversa proiezione sui conti pubblici. E' un elemento su cui dobbiamo confrontarci, speriamo che questo non comprometta gli obiettivi che ci siamo fissati in termini di politica economica o politici in senso lato".

Parlando della prossima Manovra, il Ministro dell'Economia ha affermato "d'estate, prima della Manovra, c'è un fuoco di artificio di proposte, alcune stimolanti, alcune fantasiose, alcune con una certa verosimiglianza, ma di queste proposte so poco o nulla", ma "per serietà il governo deve parlare solo quando c'è un quadro d'insieme e si è delineato il quadro delle priorità". Giorgetti ha ricordato che il governo lavora "in modo serio e pragmatico sulla base dei dati disponibili", adottando "un metodo della serietà e della prudenza, che sta pagando un dividendo importante anche per le imprese e le aziende di credito".

"Abbiamo fatto una pianificazione su base pluriennale che prevede lo spazio per intervenire ulteriormente sul fronte fiscale per le famiglie, stiamo trovando le soluzioni per rendere compatibili questa volontà con i nuovi impegni di spesa", ha spiegato il Ministro, aggiungendo "abbiamo stretto la cinghia su alcune forme di spesa fuori controllo, ma abbiamo dato e ridato molto ai redditi bassi e medio-bassi sotto 40mila euro", anche se questo si è riflesso solo marginalmente sui consumi ed ha invece accresciuto i risparmi, a causa dello scoppio dei conflitti in Ucraina e Medioriente.