Francia, l’Assemblée Nationale sfiducia Bayrou: cade il governo dopo nove mesi

Il prossimo passo spetta a Macron: nuovo premier senza maggioranza, elezioni anticipate o dimissioni?
Pubblicato il 08/09/2025
Ultima modifica il 08/09/2025 alle ore 19:30
Teleborsa
La crisi politica francese ha raggiunto il suo culmine con la caduta del governo guidato dal centrista François Bayrou. Dopo meno di nove mesi dall’insediamento, l’Assemblée Nationale ha votato la sfiducia al premier con 364 voti contrari e 194 a favore. Bayrou dovrà ora rimettere il mandato nelle mani del presidente Emmanuel Macron, che avvierà le consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo.

Al centro dello scontro politico vi era il piano di risparmi da 44 miliardi di euro proposto dal governo per ridurre deficit e debito pubblico, attualmente pari al 5,8% e al 113% del PIL. Misure giudicate indispensabili da Bayrou ma considerate inaccettabili dalle opposizioni, che hanno denunciato i tagli sociali previsti nella legge di bilancio. L’instabilità politica rischia di avere ricadute dirette sull’economia francese, già sotto pressione per l’aumento dei costi del debito e la minaccia di una recessione. Le proteste contro i tagli hanno riempito le piazze e nuove manifestazioni sono previste per il 10 settembre.

Durante il dibattito parlamentare, Bayrou ha difeso il lavoro del suo governo, definendo i nove mesi trascorsi "un periodo di profonda felicità" grazie alla coesione della squadra di ministri. Ma le opposizioni hanno colto l’occasione per attaccare frontalmente Macron e il suo progetto politico.

Mathilde Panot, capogruppo di France Insoumise, ha definito il macronismo "odiato e incapace di suscitare adesione", accusando il presidente di governare "attraverso la paura". Secondo Panot, la caduta di Bayrou è solo l’inizio di una crisi più ampia che dovrà coinvolgere anche l’Eliseo. Non meno dura la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, che ha parlato della "fine dell’agonia di un governo fantasma". Nel suo intervento, ha chiesto a Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale per ridare la parola al popolo, sottolineando che un presidente "non sbaglia mai a sottomettersi al voto dei cittadini". La leader sovranista si è detta pronta ad accettare il verdetto delle urne e a guidare un governo di “ripresa nazionale” in caso di vittoria con maggioranza assoluta.

Il ministro della giustizia Gérald Darmanin, pur ribadendo la volontà di Macron di evitare lo scioglimento, ha ammesso che l’ipotesi non può essere esclusa. In uno scenario frammentato dopo le elezioni del 2024, il presidente si trova stretto tra tre opzioni: tentare di nominare un nuovo premier senza maggioranza, convocare elezioni anticipate o, come ipotizzano alcuni analisti, valutare le proprie dimissioni.